domenica 22 agosto 2021

Dove vuoi andare ...

Gs 24,1-18; Sal 33; Ef 5,21-32; Gv 6,60-69

 

La domanda di Gesù non può lasciare tranquilli, né i discepoli e la gente che lo seguiva, ma neppure noi oggi i credenti di questo tempo, attraversato da una transizione epocale e pandemica mai vista prima di oggi, forse paragonabile solo all'incertezza delle invasioni barbariche.

Se dopo il discorso di Cafarnao, sul pane della vita, la gente fatica a comprendere le parole e non si fida di un Gesù che non si limita a dare del pane da mangiare ma vuole dare la sua vita, appunto "Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?"

Per cui appena intuisce un coinvolgimento esistenziale, sceglie più facilmente di andarsene e di ritornare nella quiete precedente, pur con tutti i limiti e le fatiche di una vita spesso grama e povera di speranza, sceglie il disimpegno. Oggi assistiamo a un ulteriore abbandono, motivato non dalla forza o esigenza delle parole, ma da una secolarizzazione che è entrata pesantemente in ogni ambito della vita personale e della cultura.

Oggi per molti, le parole di Gesù, non sono esigenti, perché per la maggior parte dei battezzati le stesse parole sono ininfluenti, non segnano pressoché nulla, rapidamente vengono recepite con gli occhi ma non hanno risonanza nel vissuto; per altri sono sconosciute.

Alla Secolarizzazione, alla scristianizzazione, e alla irrilevanza di Cristo oggi aggiungiamo l'effetto globalizzazione e pandemia. Di fronte a questi fenomeni, le conseguenze immediate sono quelle di un generale e progressivo disimpegno.

Non solo gli scandali sessuali, o gli intrecci tra soldi e fede, allontanano il popolo di Dio dal sentirsi parte della Chiesa, ma anche una sorta di annullamento di quella religiosità che ha sostenuto un senso comune di appartenenza.

Un esempio esplicito: non andare a messa la domenica, infrangere il precetto.

Fino a prima della pandemia era un deterrente per non mancare alla celebrazione della comunità, ora si è visto che da un lato si può essere dispensati pure dalla autorità, ma sorprendentemente, anche se non vado a messa non succede nulla: nessun fulmine dal cielo, nessun incenerimento.

Forse non è il precetto che salva l'andare a Messa la domenica, quanto il desiderio di fare comunione con amici e fratelli di una stessa comunità, per ascoltare insieme a parola di Gesù e cibarsi del pane della vita.

Allora, che senso hanno le parole durissime di Gesù?

Esse dicono una delusione circa la nostra sequela?

Non credo!

Gesù conosce bene la nostra inadeguatezza, la nostra codardia e soprattutto quella inamovibilità rispetto al lasciare spazio nella nostra vita alla sua.

Quel pane di vita, mangiato e rimangiato, a fatica scalfisce a nostra durezza, fintanto che non facciamo esperienza, del nostro vero limite.

Volete andarvene anche voi? Più che durezza in Gesù c’è una profonda tristezza, nella constatazione di una crisi durissima. Come quella di oggi, ad esempio.

Ma c'è anche un appello esplicito alla libertà di ciascuno: siete liberi, andate o restate, ma occorre scegliere, si può tergiversare.

Anche io sono chiamato a scegliere di nuovo: andare o restare. Cosa rispondo?

Vediamo cosa ha risposto Pietro: Signore da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna.

TU, Gesù, corrisponde a una immagine religiosa della mente o a un vero TU personale? Questo è il punto di partenza di ogni risposta. La domanda che Gesù pone è quella di un Tu personale. Il TU di Pietro dice: prima di tutto, certamente prima degli altri.

HAI PAROLE: Dio parla; la sua parola c'è indipendentemente dalla ricettività del nostro orecchio.

Le parole di Gesù interpretano e danno senso alla realtà è alla vita. Ma per farlo, devono entrare ed essere accolte, anche se spigolose, anche se fanno male.

Tu hai parole DI VITA. Parole che fanno più viva di prima la mia vita, che portano incremento d’umano, ad ogni parte di me. Le parole di vita di Gesù coinvolgono il mio umano ...

Finalmente qualcuno che si prende a cuore il mio essere "umano".

E poi sul più bello Pietro butta lì: le tue sono parole sono di VITA ETERNA,cioè che ci fanno vivere scelte e amori e che ci parlano è ci portano la vita di Dio in noi e la nostra in lui.

Con le tue parole, con la tua vita, Signore, dai eternità a tutto ciò che di più bello portiamo nel cuore.

 

Oggi, quali possono accompagnare questa settimana?

Direi: Disimpegno; Tu; Vita.

Non escludiamo la tentazione di andarcene; anche perché pure noi siamo immersi in questa tentazione o provocazione del mondo. Guardiamo in faccia ma tentazione, non lasciamola lavorare sottotraccia, in una silenziosa normalità che conduce al DISIMPEGNO.

TU, cosa rappresenti realmente? Se sei una realtà personale devo fare i conti con la tua concretezza ieri, oggi e domani. Il Tu, non permette sconti o rimandi, ma interpella sempre.

VITA, la mia vita al suono delle tue parole mi sembra più viva, più autentica. Potrei fare a meno di te, delle tue Parole, ma a quel punto il vuoto del silenzio lo colmerei solo con un ulteriore silenzio è un ulteriore desiderio inesaudito di pienezza.



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