mercoledì 4 agosto 2021

La conquista della evangelizzazione

Nm 13,1-35 e Matteo 15,21-28


Gli esploratori, coloro che Mosè invio a vedere la terra di Canaa, la terra della promessa, tornarono e portarono con loro la paura, e suggerirono la rinuncia alle promrsse di Dio: "Non riusciremo ad andare contro questo popolo, perché è più forte di noi".
Rinunciare alle promesse, è l'estremo della infedeltà di ogni uomo rispetto all'amore di Dio, è come dire non mi interessa essere amato da te.
Anche oggi la Chiesa è chiamata a esplorare questo nostro mondo e a mettersi in cammino insieme agli uomini e le donne che incontra e di cui si deve fare compagna di viaggio. È questa ma promessa che Gesù ha fatto, a noi: "di essere con noi se,pre fino alla fine". Ma essere con noi per quale motivo, per fare cosa?
La vocazione della Chiesa, ovvero la sua profezia è evangelizzare. La conquista della Terra di Cana, il compimento delle promesse, per noi oggi è l'evangelizzazione. Rinunciare ad evangelizzare è rinunciare all'amore di Dio per noi.
Anche in un tempo di trasformazione e transizione come il nostro, questa è la nostra vocazione: "La vocazione propria della Chiesa è di evangelizzare, che non significa fare proselitismo, no. La vocazione è evangelizzare. Di più: l'identità della Chiesa è evangelizzare.

Papà Francesco ricorda che il cambiamento nella Chiesa avviene grazie al “discernimento della volontà di Dio nella nostra vita quotidiana e avviando una trasformazione guidati dallo Spirito Santo”, “dono di Dio nei nostri cuori”. Questo è il punto di partenza della evangelizzazione, una riforma che passa da noi stessi e che cambia ogni cosa. Senza idee prefabbricate, senza pregiudizi ideologici, senza rigidità, ma avanzando a partire da un'esperienza spirituale, un'esperienza di donazione, un'esperienza di carità, un'esperienza di servizio.


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