venerdì 27 agosto 2021

Una bella morale

1 Tessalonicesi 4,1-8 e Matteo 25,1-13


Per Paolo la santificazione della corpo, coinvolge tutta la dimensione psico-fisica della persona.
Oggi in una realtà che vive profondamente la distanza da di Dio, la cui volontà sembra principalmente una limitazione alla libertà personale, mentre tende ad esaltare ogni libertà e compiere ogni cosa, superando gli anacronismi della "purezza del corpo", fino al punto di tollerare o vivere la normalità della "fornicazione" (parola per i più incomprensibile), che senso ha proporre la santificazione del corpo?
Dobbiamo liberarci del formalismo morale a vantaggio di una visione che possa accogliere la santificazione dl corpo come camino che realizza la volontà di Dio.
Dice Paolo: "come avete imparato da noi il modo di comportarvi e di piacere a Dio – e così già vi comportate –, possiate progredire ancora di più".
La santificazione non è una limitazione attraverso norme morali che avvallano la purezza del corpo, ma essa corrisponde a una crescita in umanità e in tutti gli ambiti della persona. Le dimensioni, corporee, affettive, psicologiche, sessuali e anche genitali, per un discepolo di Gesù sono coinvolte in un percorso di maturazione e di crescita, in ordine all esperienza di amare. Non si tratta semplicemente di astensione da atti e abitudini, ma di interiorizzare la vera possibilità che l'amare apre nella vita cristiana.
Dio chiamandoci alla santificazione immette in noi la vocazione alla purezza come cammino di crescita umana nella possibilità di amare. Non leggiamo questa lettera, solo con la consueta mentalità dei farisei e di coloro che risolvono tutto sotto l'aspetto del moralismo. La santificazione del corpo è invece un vero percorso e processo morale.


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