lunedì 16 agosto 2021

Il vero idolo di Dio

Giudici 2,11-19 e Matteo 19,16-22


Per la loro condotta ostinata e per il persistere nelle loro pratiche, il popolo di Israele sperimenta in più riprese l'infedeltà al patto di alleanza con Dio, che con i Padri in vari momenti aveva solennemente accettato. Ciò che infrange il patto è il volgere il cuore ad altre divinità. Certamente dopo l'ultima solenne affermazione di fedeltà al patto, a Sichem, non ci saremo mai aspettati che la storia di questo popolo si costellasse di tanti atti di infedeltà. Ma perché allora è così difficile perseverare nell'amore a quel Dio che ha liberato, ha prediletto, ha condotto e ha introdotto nella terra delle promesse fatte hai padri? Quale è il fascino degli idoli?
Per rispondere a questa domanda mi lascio condurre nel concetto di idolo presente nel mondo antico. L'idolo è una immagine, una raffigurazione reale - una statuina - che pone la divinità nel mondo. Ma perché adorare l'uno invece di un altro?
Anche l'uomo è un idolo di Dio, è nella realtà immagine e somiglianza di Dio - rappresenta la statuina (idolo) di Dio - possiamo dire con certezza che l'uomo nella creazione rappresenta l'idolo di Dio Padre creatore. Ma se questo idolo rinnega l'origine della propria immagine, per auto affermare se stesso? Fatto questo non può fare altro che fare esperienza del proprio non essere Dio; del proprio limite e della fragilità, ecco allora la necessità di dare alla nostra immagine di idolo, una nuova paternità, una nuova origine. A quel punto può anche andare bene un Baal, un Astarte, un Vitello d'oro ... la ricchezza o le molte ricchezze possedute. Non è facile per l'uomo custodirsi idolo di Dio, neppure oggi, e mettersi alla sequela di Gesù.

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