sabato 20 novembre 2021

Il nostro essere Antioco IV

1 Maccabei 6,1-13 e Luca 20,27-40


La riflessione che il racconto di 1 Maccabei ci porta a fare, parte da una lettura degli avvenimenti, di come il nuovo re, Antioco IV, coltiva l'ambizione di costituire "un solo popolo"; ma il progetto politico diventa pericoloso quando impone l'abbandono delle tradizioni, soprattutto religiose. Viene così abbandonato il riposo del sabato, vengono accolti culti pagani (da non dimenticare che il tempio di Gerusalemme è stato completamente saccheggiato e, quindi trasformato nel tempio di Giove); sono proibiti e distrutti i libri sacri, pena la morte per chi li possiede; si incoraggiano matrimoni misti tra giudei e pagani. Ma tutto precipita negli avvenimenti della storia e nella vicenda personale: la noia del possedere, e quella particolare insoddisfazione rispetto a quanto già raggiunto; come anche le sconfitte militari, rappresentano la condizione del re Antioco, nel progressivo venir meno della gratificazione del suo regno e del suo ruolo. In questo stato di prostrazione lo assale anche il rimorso per ciò che ha imposto a Gerusalemme.
Su questo orizzonte di incompiutezza, siamo ora invitati a riflettere su noi stessi. La custodia, la cura e la crescita del nostro senso religioso, rispetto alle nostre ambizioni, progetti e attese. Quanto il sopravvento delle crisi, finanche della depressione, condizionano il tenore della nostra vita spirituale e di fede. Eppure la fede e la relazione con Dio dovrebbero collocarsi in ben altro orizzonte: il nostro quotidiano non può essere alla mercé esclusiva delle nostre ambizioni e progetti. Riservare uno spazio prioritario a Dio, corrisponde più ad una esigenza della fede, della vita o della nostra natura umana? Forse tutte e tre le cose insieme! 

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