giovedì 25 novembre 2021

Egli salva e libera ...

Daniele 6,12-28 e Luca 21,20-28


La lettura di Daniele, pur se molto lunga resta un capolavoro di narrazione, dove gli eventi, le vicende personali e la fede si intrecciano; i dialoghi non sono semplicemente logici, ma vogliono affermare che il Dio di Israele - che non ha abbandonato il suo popolo nell'esilio babilonese - si rende pienamente manifesto attraverso la fedeltà di Daniele definito dal re: "servo del Dio vivente". Vivere nella fedeltà del servizio a Dio significa avere quella perseveranza che è propria di chi vive il presente, con tutta la sua "gravità" di buono e di prove, ma ugualmente ci si prepara alla "liberazione che è vicina".

Daniele diviene per tutti un esempio di coraggio e di coerenza. Ancora una volta la sua fede viene messa a dura prova, ma lui appare imperturbabile, perseverante.

Quali sono le caratteristiche di un credente che serve Dio con perseveranza?

Certamente la testimonianza che non nasconde la fede... Quanti di noi avrebbero pregato lo stesso? Quanti avrebbero trovato delle buone ragioni per non farlo?

La serenità come conseguenza della fede, essi sono come il monte Sion è stabile per sempre.

La “prova” non coglie Daniele impreparato, che è il maggior pericolo di essere travolti dalle circostanze.

La perseveranza porta già in sé la certezza che il nostro Dio è il Dio vivente,

che rimane in eterno; il suo regno non sarà mai distrutto e il suo potere non avrà mai fine.

Egli salva e libera ...

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