venerdì 12 novembre 2021

Dallo stupore alla sapienza

Sapienza 13,1-9 e Luca 17,26-37


Ancora oggi capita di vivere momenti di intenso stupore nel contemplare la natura, il cielo, l'universo intorno a noi, ma ugualmente da questo stupore non veniamo condotti all'autore della bellezza. Forse la nostra mentalità razionale e scientista ci sta provocando una limitazione di sguardo circa il mistero che avvolge la realtà, accontentandoci di una analisi superficiale e di una valutazione puramente sperimentale.
Quando viene meno lo stupore di fronte al mistero, all’uomo cosa resta?
Forse ci si accontenta solo di altri stupori immediatamente a portata di mano, stupori consumabili; si cerca di dare sapore alla vita, ci si accontenta del sapore più a portata di mano, ci si adatta al subito e adesso. Nel libro della Sapienza c’è un rimprovero a quelli che avendo visto le bellezze del creato entusiasti e incantati si sono accontentati e si sono fermati nella ricerca: come mai non sono riusciti a risalire all’autore di questa bellezza e di questabontà che è ancora più bello e ancora più buono?
Credo che la risposta sia nella parola "stolti",  ovvero inconsistenti, incapaci di raggiungere la pienezza. La sapienza incarnata, il Dio con noi, il Verbo, proprio questa incompiutezza viene a riempire; è di fronte al nostro limite umano che la grazia (la Sapienza) ci conduce e ci educa nella contemplazione del mistero di Dio.

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