lunedì 1 novembre 2021

Occorrono ancora le ricette per essere Santi?

Ap 7,2-4.9-14; Sal 23; 1 Gv 3,1-3; Mt 5,1-12


Sembrano veramente lontani anni luce i tempi in cui a Don Bosco, il giovane Domenico Savio scriveva in un bigliettino: "Mi aiuti a farmi santo”? 
Don Bosco chiamò il ragazzo e gli disse: "Quando tua mamma fa una torta, usa una ricetta che indica i vari ingredienti da mescolare: lo zucchero, la farina, le uova, il lievito.
Anche per farsi santi ci vuole una ricetta, e io te la voglio regalare. È formata da tre ingredienti che bisogna mescolare insieme.
Il primo è allegria; il secondo sono i tuoi doveri di studio e di preghiera e il terzo è far del bene agli altri. La ricetta della santità è tutta qui!"
Domenico ci pensò un poco ... i primi due “ingredienti”, gli pareva di averli; per far del bene agli altri, invece, qualcosa di più poteva fare, pensare, inventare. E da quel giorno ci provò. Erano i tempi in cui le ricette fornivano ottime torte di santità!
Ma questa nostra Solennità non può e non deve essere occasione di una sterile nostalgia del passato.
Lo spirito di Dio infatti continua a percorrere le strade della storia e della nostra vita, continuando la sua opera di santificazione, cioè rendere attuale il regno di Dio.
Papa Francesco, in questi tempi di crisi e transizione, con molta determinazione sgombera il campo dalle false immagini che possiamo avere circa la santità, e soprattutto da certe nostalgie del passato e da quelle forme di falsa spiritualità che nulla hanno a che vedere con l'incontro con Dio nella vita.
La santità è frutto - cioè conseguenza bella - della grazia - ovvero del dono di amore - di Dio.
Gesù ha spiegato con tutta semplicità - dice papa Francesco - che cos’è essere santi, e lo ha fatto quando ci ha lasciato le Beatitudini. Esse sono come la nostra cristiana carta d’identità.
Così, se qualcuno di noi si pone la domanda: "Come si fa per arrivare ad essere un buon cristiano?", la risposta è semplice: è necessario fare, ognuno a suo modo, quello che dice Gesù nel discorso delle Beatitudini. In esse si delinea il volto del Maestro, che siamo chiamati a far trasparire nella quotidianità della nostra vita".
La santità è un cammino non a partire da una osservanza morale fatta di leggi, norme e precetti, come quella del giovane che alla fine osservava tutto della legge di Dio, ma si ritrova ad essere solo e triste, e non ha il coraggio di stare con il Signore.  Ma è un cammino a partire dall'ascolto, a partire dal Vangelo, (come abbiamo visto ieri), un ascolto che coinvolge il cuore, la mente, le forze e tutta l'anima. Una Parola che ha il potere di illuminare la vita, mettendo in luce l’amore non separabile per Dio e per il prossimo. Le beatitudini ci permettono di fare quelle esperienze di vita che ci introducono in una vita Santa: piccoli tratti di strada, ma tutti significativi e capaci di testimoniare la grazia, il dono di Dio.
È ovvio che il dono di grazia da solo non basta, occorre sempre accoglierlo nella libertà e con desiderio. Il nostro desiderio di felicità e di amore.
La santità è come quel piccolo seme di senape che se vogliamo, gettato nella nostra vita, non sappiamo come, ma diventa un albero di stupore e meraviglie. Libertà e desiderio di felicità.
Ecco che Gesù ci vuole felici, cioè santi e non si aspetta che ci accontentiamo di un’esistenza mediocre, annacquata, inconsistente. Dice ancora Francesco: "Mi piace vedere la santità nel popolo di Dio, nei genitori che crescono con tanto amore i loro figli, negli uomini e nelle donne che lavorano per portare il pane a casa, nei malati, nelle religiose anziane che continuano a sorridere... Questa è tante volte la santità “della porta accanto”, di quelli che vivono vicino a noi e sono un riflesso della presenza di Dio".
Ecco oggi più del passato, in questo tempo di crisi e di transizione, dove tutto sembra travolto e sconvolto, dove anche la Chiesa fa esperienza di peccato; risuona ancora più forte la parola di Dio che come voce infrange la nostra sordità e come luce che si insinua nella tenebra della nostra cecità; una parola che chiede alla nostra vita di corrispondere alla grazia, non chiede cose straordinarie, ma solo di vivere amando, offrendo ciascuno la propria testimonianza nelle occupazioni di ogni giorno.
La proposta ad essere santi, il Signore la rivolge personalmente a tutti: lascia dunque che la grazia del tuo Battesimo fruttifichi in un cammino di santità; non avere paura a lasciarti guidare dallo Spirito Santo - dice papa Francesco -: "Voglia il Cielo che tu possa riconoscere qual è quella parola, quel messaggio di Gesù che Dio desidera dire al mondo con la tua vita. Lasciati trasformare, lasciati rinnovare dallo Spirito, affinché ciò sia possibile, e così la tua preziosa missione non andrà perduta". La santità non ti rende meno umano, perché è l’incontro della tua debolezza con la forza della grazia".
Chiediamo al Signore che oggi ci preceda e metta in noi quella sana inquietudine che è il desiderio di Santità, che non sia solo il ricordo di una schiera innumerevole di Santi, ma che accenda in noi il desiderio di vivere una "normale" vita felice, cioè santa.

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