martedì 2 novembre 2021

Commemorazione dei fedeli defunti

Giobbe 19,1.23-27 e Giovanni 6,37-40


Ho un ricordo del 2 novembre ... di una giornata di sole, neppure troppo fredda, e si andava, in famiglia, al cimitero a fare visita ai nostri morti. Era un giro che impegnava tutto il pomeriggio; una preghiera e via ... Ma la cosa più interessante era l'occasione per incontrare amici, parenti e conoscenti! Tanta gente! Si faticava anche a parcheggiare nei dintorni del cimitero. Questo ricordo di un bambino, lo rileggo nella radicata traduzione cristiana che poneva il culto dei morti in una grande attenzione e priorità. Forse non c'era una piena consapevolezza della risurrezione, ma il legame di affetto e amore con chi ci aveva preceduto nella vita garantiva il mistero e la speranza della vita oltre la morte. Oggi non è più così, l'evolversi rapido e tumultuoso della nostra società, ha portato anche una mutata consapevolezza culturale. Il senso religioso se non si è estinto, si è molto trasformato, e come conseguenza i cimiteri sono diventati solo depositi dei corpi dei morti. In questa giornata, non scorre più l'affetto dei vivi in quel pellegrinaggio che era un evento di popolo. Un popolo anche ridotto di numero, ma che ugualmente non smarrisce la speranza: la risurrezione di Gesù. Ciò che è accaduto nel tempo passato con la risurrezione del Signore apre uno spiraglio nella terribile consapevolezza umana della fine. Il mistero della risurrezione ci immerge nella eternità di Dio, suggerendo che nulla di noi è adeguato e nella possibilità di poterlo contenere e decifrare. Le parole di Giobbe ci immergono in una immagine in cui la vita nel suo concludersi è strappata violentemente via da noi, e in uno stato di privazione cioè di mancanza della mia carne ... Vedrò Dio! Una suggestione straordinaria per mettere in noi, ben di più di una speranza nella vita eterna, ma la certezza che non siamo solo incamminati verso l'ignoro, ma che lo stesso mistero di eternità colmerà ciò che viene strappato e ci colmerà, per sempre, della visione di Dio, cioè vivremo il Dio con noi.

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