martedì 16 novembre 2021

Persecuzione e annuncio

2 Maccabei 6,18-31 e Luca 19,1-10


Non sono più i tempi in cui l'adesione alla fede aveva anche una rilevanza sociale e pubblica. Oggi in occidente l'esperienza confessionale esula dalla partecipazione alla vita pubblica, sociale e politica. Non è la stessa cosa in altri paesi e aree geografiche dove l'intolleranza è ciò che emerge di fronte a un credo diverso da quello della maggioranza, dove la fede, il credere viene considerato dal lato della pericolosità.
Nella pagina di 2 Maccabei - la vicenda del vecchio Eleazaro - rappresenta la testimonianza di un uomo di fede che si contrappone come modello per tutto il suo popolo, ormai caduto bella convenienza della rinuncia alla fede dei padri.
Di fronte a tanti fatti narrati, l’autore si rivolge preoccupato ai lettori aiutandoli a interpretare la storia con gli occhi di Dio: Io prego coloro che avranno in mano questo libro di non turbarsi per queste disgrazie e considerare che i castighi non vengono per la distruzione ma per la correzione del nostro popolo”. Si tratta, secondo l’autore, di un quadro veramente fosco, ma rischiarato dalla fede e dal coraggio dei martiri. Come è il caso di Eleazaro che preferisce la morte invece di disobbedire al precetto del Signore che proibisce di mangiare la carne di maiale.
Anche se i tempi sono cambiati, e le vicende storiche pesano diversamente, anche nel contesto culturale, di fonte al mondo, i discepoli di Gesù sono chiamati a rendere la loro testimonianza. Papa Francesco ai giovani del mondo, chiede, di alzarsi e di non restare inermi e seduti:  "annunciate con gioia che Cristo vive! Diffondi il suo messaggio di amore e salvezza tra i tuoi coetanei, a scuola, all’università, nel lavoro, nel mondo digitale, ovunque." Questo a prescindere dalle eventuali persecuzioni.

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