martedì 15 febbraio 2022

Altri occhi, altre orecchie!

Giacomo 1,12-18 e Marco 8,14-21


Gesù compie dei segni (moltiplicazione dei pani e guarigioni) che generano stupore e meraviglia in molti, ma che subito lasciano altri nella loro inamovibile convinzione.
Di fronte a questi segni, Farisei ed Erodiani si ostinano a crescere (fare lievitare) nelle loro logiche ed ideologie, essi continuano a chiedere a Gesù dei segni capaci di confermare i segni già compiuti. È questo loro atteggiamento un lievito perverso di incredulità, sfiducia ed ipocrisia. Di fronte a questi Gesù chiude, rompe il possibile dialogo, perché in realtà non c'è nessun dialogo. Ma di fronte ai segni, Gesù rileva anche le fatiche e l'inadeguatezza dei suoi discepoli, i quali si ritrovano con il cuore indurito, non riescono a sollevare lo sguardo, ad innalzare la fronte, a entrare più in profondità: hanno occhi che non riescono a vedere e orecchie che non sentono. La logica dei miracoli, dei segni, non è quella di suscitare meraviglia o di aggregare alla propria influenza più gente possibile; per Gesù ogni segno deve essere una occasione per introdurre nella nostra realtà la "bella novità del regno di Dio". Farisei ed Erodiani, non vogliono capire; i suoi discepoli non riescono a capire, per cui restano solo i segni a testimoniare che Gesù è il nostro vero pane, un pane buono per tutti, dato in abbondanza e condiviso in modo di essere spezzato e donato per ogni fratello.


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