giovedì 17 febbraio 2022

Un vero rimprovero!

Giacomo 2,1-9 e Marco 8,27-33


Che cosa conosciamo noi di Gesù? Forse ciò che emerge dalle confuse discussioni nei nostri incontri parrocchiali? O forse quanto ricordiamo della proclamazione del Vangelo di ogni domenica? O per qualcuno, qualche pagina di un trattato di cristologia?
Il tentativo dei discepoli è di omologare Gesù alle attese e alla mentalità del mondo.
Ciò che emerge intuitivamente, ma immediatamente rinnegata, da Pietro, è la vera conoscenza di Gesù, il suo essere il Cristo, cioè l'unto di Dio, colui che il Padre dona per condividere e portare a salvezza la nostra umanità. Ma ciò che è il Cristo per Pietro, non è la stessa cosa per noi oggi; per noi il Cristo è Gesù Crocifisso, è colui che sulla croce offre se stesso in sacrificio per la salvezza del mondo. Tutto questo, pur nella "chiarezza di una bimillenaria" consapevolezza cristiana, resta comunque un vero mistero, per ciò che è l'uomo la sua esistenza, e il suo destino.
Questo mistero non possiamo pretendere di conoscerlo o comprenderlo, esso si rivela e si fa conoscere pian piano, nella vicinanza che è la sequela, nel mettersi dietro a Gesù, non davanti a lui. Quando un discepolo sta davanti a Gesù, tutto presume di sapere di lui; quando ci si mette in sequela è l'amicizia intima che prevale.

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