venerdì 25 febbraio 2022

Per la durezza del nostro cuore

Giacomo 5,9-12 e Marco 10,1-12


È la durezza del cuore che conduce all'infedeltà al tradimento, fino a decretare anche un adulterio. I discepoli si collocano nel ragionamento giuridico del "cosa" e del "come", ma Gesù senza entrare in un merito specifico della disposizione di legge, pone l'accento sulla durezza del cuore, come condizione che annulla un principio, un inizio in cui il desiderio di Dio corrispondeva al desiderio di amore e fedeltà che l'uomo e la donna realizzano nel loro amore vicendevole. L'espressione "è lecito", pone la domanda nell'ordine del dubbio, quasi a ricercare una legittimazione, pur nella consapevolezza di essere di fronte ad un adattamento per giustificare la nostra fragilità e le nostre infedeltà. Ciò che viene messo in discussione è il valore assoluto dell’amore; i farisei provano di giustificarsi con l'uso distorto della legge rispetto a ciò Gesù esprime come condizione di sostanza dell'amore. La fedeltà all'amore e all'amarsi non è questione di centimetri, di numeri, di cose permesse o vietate, ma questione di dignità di un rapporto vissuto nella sua esclusività, che in quanto tale si offre come indissolubile e fedele, come appunto l'amore di Dio verso l’umanità a partire dall’inizio della creazione.

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