mercoledì 16 febbraio 2022

Dieci decimi

Giacomo 1,19-27 e Marco 8,22-26


Tra tanti villaggi in cui si recarono - Gesù e i discepoli -, ci fu anche Betsaida, il villaggio natale di Simone. Chissà quale emozione per lui,quale orgoglio, oppure quale imbarazzo?
Certamente ciò che l'evangelista annota, è che Gesù non limita il suo agire; il suo compiere un segno ha sempre profonda rilevanza. A Lui preme che la gente ci veda, possa udire e parlare, abbia da mangiare, guarisca dai malanni. La realtà non è astratta ma è fatta di carne e di vite, la carne e le vite degli uomini che il Padre gli ha affidato. Ecco che dal segno che compie emerge la vera urgenza: vedere, sentire, camminare ... guarire ..., perché si possa incontrare Lui.
Anche noi abbiamo bisogno di un accompagnamento nella vita che gradualmente ci porti a vedere con chiarezza il suo volto. Il nostro vedere è spesso imperfetto, confuso, non dico sbagliato, ma certamente occorre che siamo aiutati a comprende e a fare nostra la visione della realtà, il discernimento della vita. Ma tutto questo non avviene nè per caso e neppure improvvisamente! Ecco che il Signore sempre ci accompagna e nell'intimità di un incontro, in disparte, in un tu per tu, ci tocca con la sua saliva (la sua grazia?) e ci introduce in un vedere che progressivamente è un vedere chiaramente per distinguere ogni cosa. 

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