domenica 6 febbraio 2022

Pescatori di cosa?

Isaia 6,1-2.3-8; Salmo 137; 1 Corinzi 15,1-11; Luca 5,1-11


Lettura della realtà:
Oggi è drammaticamente vero:"Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla". 
La Chiesa di oggi, erede e prolungamento di quanto iniziò a quel tempo in Galea, con estrema facilità può fare l'elenco dei fallimenti accumulati in oltre 20 secoli, può cioè elencare fatiche e ferite.
A sentire tanti non credenti e non praticanti, ma anche tanti credenti, la Chiesa più che essere un segno di speranza e di giustizia, sembra la sommatoria di tante sconfitte e di ciò che umanamente occorre biasimare.
Non credo che la lettura critica possa rappresentare l'essere della Chiesa e il suo percorso da quando sul lago di Galilea il maestro ha iniziato questo viaggio nella storia, nella vita, che continua fino ad oggi.

La Parola di oggi:
Mi voglio immergere in questa narrazione del Vangelo e riappropriarmi della forza delle origini, quando quel maestro di Galilea - che un po' alla volta cresceva di popolarità - si trova a predicare la novità che è il regno dei cieli, e a parlare di Dio come di un Padre, ma lo fa da un pulpito o un altare, ma da una barca ormeggiata al piccolo molo di legno del porto di Cafarnao.
È una immagine povera, cioè semplice e concreta. Gesù vive la vita dei pescatori, abita gli stessi spazi quotidiani, incontra quella gente e non altra gente. Anche Pietro è quello che è, come anche Andrea, Giacomo e Giovanni, cugini e soci al tempo stesso, in una piccola impresa famigliare di pesca; ma su loro quattro cade una scelta, una preferenza. Da quella scelta, da quella preferenza di Dio, nasce tutto ... Soprattutto si sprigiona lo stupore per una Chiesa che dovrà essere capace di "pescare uomini".

Dal Vangelo a noi ...
Ecco Gesù parte dalla concretezza della vita comune, è immerso in quella vita, coglie il limite della fatica, che tutto mette in ombra e prolunga l'effetto della notte: "Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla".
Oggi noi cristiani, discepoli di Gesù, al pari di Pietro, Andrea, Giacomo e Giovanni, stiamo facendo la fatica della pesca nella notte, in cui nulla si ferma nelle reti, tutto sembra scivolare via, il tempo passato con le sue glorie, come anche la paura del presente e il dubbio e l'incertezza del futuro. Ma è proprio in questa situazione paradossale che Gesù chiede di gettare le reti fidandoci di lui. C'è qualcosa di stupendo di meraviglioso nelle parole del Signore, è il loro essere per sempre, il loro attraversare il tempo e la storia ed essere un invito anche per noi oggi a gettare le reti, nonostante una notte faticosa di pesca infruttuosa.
Questo non significa ritornare indietro nel tempo e recuperare i fasti di una Chiesa socialmente rilevante, ma significa generare oggi una Chiesa capace di vivere i sentimenti di Gesù. Faremo ancora tanta fatica ma se accettiamo di gettare le reti e di pescare, sulla sua parola, la conseguenza sarà una abbondanza, cioè un di più rispetto a quanto noi ci aspettiamo.

Gettare le reti ...
Cosa significa per noi oggi - discepoli azzoppati dagli eventi, e screditati da tante colpevoli meschinerie - prendere il largo e gettare le reti sulla sua parola, se non testimoniare il nostro essere legati a lui; l'essere coinvolti con Cristo, ed essere disposti a sporcarci le mani e a fare la fatica di questa pesca, per fare conoscere agli uomini e donne d'oggi, il senso di questa realtà, di questo mondo e di questa nostra vita, preannuncio di una eternità beata oltre il limite del tempo. Questo sporcarci le mani significa avere il coraggio di tenderla chi è scartato; accogliere chi è profugo; non discriminare chi è per molti un "diverso"; non scandalizzarsi del limite dei fratelli e anche della criticità di chi non crede o non riesce a credere. La pesca non è selettiva ... è semplicemente abbondante.

La risposta di Gesù a Pietro ...
Che bella risposta ha dato Gesù a Pietro di fronte alla sua incapacità di pescare:"Signore, allontanati da me, perché sono un peccatore"; come dire: "io non sono capace per quello che mi chiedi"; anche noi, nessuno di noi è capace o adatto per ciò che Gesù chiede; eppure Gesù parte proprio da questa presa di coscienza per fare di noi dei discepoli capaci di tessere una rete che trattenga il cuore dei figli Dio nell'abbraccio del Padre: questi sono i pescatori di uomini, oggi!

Nessun commento:

Posta un commento