martedì 22 febbraio 2022

Ma la Chiesa può cambiare?

1 Pt 5,1-4 e Matteo 16,13-19


La domanda sull’identità di Cristo non può essere una domanda generica, o addirittura retorica, perché in realtà quella domanda ci interpella nel momento in cui ci mettiamo davanti al Signore e cerchiamo di capire cosa lui centri con la nostra vita di tutti i giorni.
La risposta di Pietro ci introduce in un rapporto personale e sincero: il riconoscimento in Gesù dell'unico suo assoluto: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”.
Riconoscere in Gesù il Cristo significa dire che Lui è centro e riferimento della vita presente, del nostro progettare il futuro e del destino di eternità che speriamo a partire proprio da Gesù. È in questo rapporto personale e generativo che nasce anche il nostro modo di percepire la Chiesa per ciò che è, e per ciò che rappresenta.
Oggi, in un contesto nel quale al parlare di Chiesa, ci si gira dall'altra parte, è importante capire che ogni cambiamento nella Chiesa non può essere una semplice riforma, ma un ripartire da quel vincolo che emerge tra la fede di Pietro in Gesù e l'affidargli e l'edificare in lui la Chiesa. Le richieste di cambiamento, che da più parti emergono, non sono provocatorie o rivoluzionarie, ma esprimono l'amore di Gesù e a Gesù, a partire dall'esperienza del cambiamento. La stabilità della Chiesa come la roccia, non va confusa con l'impassibilità o immutabilità, forse dobbiamo ricordarci che la Chiesa è in cammino ...

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