sabato 2 luglio 2022

Segni nuovi, otri nuovi, vino nuovo ...

Amos 9,11-15 e Matteo 9,14-17

Giovanni era già morto e i suoi discepoli continuarono a vivere l'insegnamento ricevuto; tutto quanto in una diretta sintonia con la tradizione farisaica, assumendone tutti quei segni che esprimevano e sostenevano un percorso umano di conversione e di rigenerazione. Ci sono infatti segni e gesti, che noi stessi rileggiamo e interpretiamo umanamente assumendoli come efficaci nel realizzare ciò che esprimono: la conversione, il cambiamento della vita, la scelta prioritaria di amare.
Alla luce di questo, forse riusciamo a riconoscere la capacità dei gesti e segni che compiamo rivestendoli anche del senso religioso.
Di fronte all'obiezione fatta a Gesù, cosa possiamo comprendere delle sue parole?
Se per noi Gesù è lo sposo, significa che è il fulcro il cuore del nostro amare. Significa che per noi tutto ruota attorno a lui, perché riconosco che lui è il Dio che amo; riconosco che è l'unico del cuore, della mente e della vita ... Se questo è l'orizzonte in cui mi "muovo", cioè in cui esisto, allora Gesù è anche il vino nuovo, che gli otri vecchi non possono contenere. I segni,i gesti e i digiuni, vanno adeguati alle circostanze affinché possano essere significativi.

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