mercoledì 20 luglio 2022

Il seme di oggi

Geremia 1,1.4-10 e Matteo 13,1-9

Provo a immaginare questa scena e soprattutto quelle persone attorno a Gesú; come hanno capito o interpretato quelle sue parole, quella parabola sul seminatore ...
L'immagine parla da sé stessa: le persone sono a caso, non sono state convocate, non sono lì per un particolare motivo. L'ascolto è estemporaneo, al di fuori di ogni programmazione, ed è in questo una catechesi occasionale e non occasionata. Ecco allora che la parabola descrive prima di tutto ciò che accade: Gesú stesso, seminatore del regno di Dio, getta il seme della Parola, e la Parola stessa trova accoglienza e disponibilità in ragione della vita e della situazione di chi ascolta e di chi di fronte a quelle Parole non si chiude in un rifiuto di indifferenza.
Che cosa occorre intendere, da dove occorre partire ascoltando questa parabola?
Partiamo dal seme stesso che il seminatore sparge, esso è una promessa - pienezza, speranza, amore - che tocca a noi accogliere, custodire e donare.
D'altronde siamo di fronte alla parabola per eccellenza, anche se ogni brano di vangelo è qualcosa che assomiglia a un seme e non è mai qualcosa di concluso, ma è come un seme che gettato nel nostro terreno umano ha la possibilità di germogliare, radicare, crescere e giungere a compimento, cioè portare frutto: dove il 30, il 60 o il 100.

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