martedì 12 luglio 2022

Misericordia incompresa

Isaia 7,1-9 e Matteo 11,20-24

Il rimprovero alle città luogo dei miracoli di Gesù, ci dice come i miracoli non conducono alla fede e neanche a riconoscere Gesù come Messia; a volte pure noi cadiamo nella stessa ingenuità.
In base a ciò che ci racconta Matteo, Cafarnao e Betsaida non andarono oltre allo stupore che suscita il miracolo avvenuto tra le loro vie. Quelle città non si lasciarono coinvolgere e interrogare dalla presenza di quell’uomo e dalle sue parole. Guardarono il Signore come un evento, una meteora luminosa che attraversa il cielo, ma non si cala nella loro vita.
Gesù, invece, con chi si è lasciato incontrare, ha toccato la fragilità e il peccato, anche il peccato più grave; egli non solo chiede di affidarglielo, ma previene nell'affidarglielo. Questo è quanto accaduto col centurione di Cafarnao: _"Signore, non sono degno che entri nella mia casa, ma di solo una parola e il servo guarirà"_. Ciò che Cafarnao e Betsaida non capirono, non compresero, e che invece sembra sia entrato a Tiro e a Sidone è appunto la misericordia di Dio.
Misericordioso è il Signore: cioè in Gesù, l'amore di Dio, diviene esperienza di vicinanza e di comunione; occasione di redenzione. Questa misericordia infinita non si esaurisce quindi nella disponibilità ad affidarsi a lui, ad affidargli la propria fragilità, ma nel riconoscere a priori che il suo amore ci precede sempre. Cafarnao non riesce a comprendere come in Gesù, l'amore precede sempre. È questa comprensione che da’ valore e senso al nostro affidarci al Signore, al nostro vivere il dono della misericordia.

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