sabato 9 luglio 2022

Passeri e capelli

Is 6,1-8 e Matteo 10,24-33

Da sempre il Vangelo e il suo annuncio hanno incontrato diffidenza, chiusura, ostilità e rifiuto. Ma possiamo anche testimoniare che il Vangelo è stato promotore di integrazione, accoglienza e di crescita umana come anche di profonde rinascite culturali nei secoli passati, ma anche oggi. Tutto questo fa parte del tempo della missione, il tempo in cui ogni realtà incontrando il Vangelo reagisce e manifesta la verità di se stessa. La missione e l' annuncio non sono una sopraffazione, non è un sostituirsi, non è neppure un sincretismo, ma è rendere evidente la verità che abita il cuore dell'uomo. È un incontro, un abbraccio di verità: quella dell'uomo e quella di Dio. Una verità che Gesù ha concretizzato nell'amicizia condivisa e nell'amore sperimentato incontrando persone di villaggio in villaggio, sulle strade della Galilea. Questo è ciò che il maestro ha sussurrato "all'orecchio del discepolo". Che cosa sarà allora la missione se non un annuncio senza limitazione (il grido dal terrazzo) di una verità che riveste l'esistenza della stessa forza del maestro? Una amicizia che risuona come fratellanza e un amare che rinnova gli stili di vita chiusi in se stessi e carichi di odio e di egoismo? Non credo che ciò che Gesù ha sussurrato ai discepoli fossero le nozioni del catechismo e neppure la ripetizione delle norme e dei precetti della legge, ma il tentativo di fare comprendere che l'amore del padre per ciascuno dei suoi figli é come la tenerezza che si prova verso i passeri, ed è capace di prendersi cura anche del destino di un solo capello.

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