venerdì 15 giugno 2018

1 Re 19,9.11-16 e Matteo 5,27-32
Perché fermarsi alla presenza del Signore?


Sempre di versa, sempre in affanno, sempre ... sempre ...
Con questo modo di vivere, il pensiero di Dio, diventa una formalità oppure semplicemente una convenzione sociale per il giorno festivo. Occorre invece recuperare l'esperienza di Elia: fuggiasco, perseguitato, sfinito ... Cerca un rifugio, presume di averlo trovato in quella caverna, ma una grotta non può essere la soluzione alla sua fatica, alla sua paura ... Elia viene invitato a uscire per stare alla presenza del Signore.
Stare, sostare ... nel silenzio dell'ascolto ... Sostare davanti al tabernacolo, nel silenzio di una Chiesa vuota, dove tutto riconduce alla sua presenza, mentre un raggio di sole attraverso l'antica vetrata porta quella flebile luce che illumina un mistero: stare alla presenza del Signore rigenera la mia fede in Dio, il mio amore al Padre, la mia appartenenza; sostare alla sua presenza è come scrutare dalla mia soglia l'eternità.
Mi accorgo che sostare alla Sua presenza fa bene alla mia umanità, al mio cuore, ai miei pensieri ...

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