domenica 24 giugno 2018

Isaia 49,1-6 / Salmo 138 / Atti 13,22-26 / Luca 1,57-66.80
E davvero la mano del Signore era con lui.

Da oggi la mano del Signore sara anche con noi! 
La festa della natività di San Giovanni Battista, interrompe il percorso del tempo ordinario per immettere nella nostra ferialità la bella ed esaltante prospettiva di sentirsi custoditi dalla mano di Dio, di comprendersi parte dei pensieri e dei desideri di amore del Padre che è nei cieli!
La "Parola", oggi, la accogliamo come un dono ... Un bellissimo dono per ciascuno, ma anche l'occasione di una straordinaria scoperta: la profezia.
Che cosa è la profezia? Non è forse la possibilità di descrivere, raccontare e condividere la bellezza del dono di Dio ricevuto fori da ogni aspettativa!
Il profeta Isaia ci descrive Dio nel suo mistero per ciascuno di noi: "il Signore dal seno materno mi ha chiamato, fino dal grembo di mia madre ha pronunciato il mio nome". Ma soprattutto Dio è dono di profezia, profezia di un amore grande!
Un dono preparato con tenera cura da sempre ... Uno dono che trova nella storia l'occasione per sbocciare come pienezza di grazia!
Giovanni è il suo nome! Dice Elisabetta, e Zaccaria scriverà e confermerà il nome del figlio sulla tavoletta. Giovanni significa "dono di Dio" oppure "Dio fa grazia" ... Giovanni è un dono che supera ogni attesa e aspettativa; è dono gratuito che vince il limite della natura umana; è il dono della novità che Dio stava preparando per il mondo; è il dono di un vero figlio ed è il dono di un profeta (l'ultimo del tempo Antico e il primo dei tempi Nuovi); è quindi il dono della profezia, della parola di Dio che diventa carne, cioè di quel Gesù, che è: "Dio ha tanto amato il mondo da donare il suo figlio ..."
Provate a pensare quanto è bello, poter riconoscere il dono nella quotidianità, quando questo dono si manifesta nella vita di tutti i giorni ...
La bellezza ci è donata per essere riconosciuta e perché sia custodiste e fatta fruttifichiate ...
Sapere riconoscere il dono ci rende profetici ... capaci di lode e di gratitudine!
Venerdì alle 17,30 all'Ospedale civile Imola, sull'altare rappresentato dal letto e dal corpo di un caro amico, malato di tumore, abbiamo celebrato il suo matrimonio ... preparato nella vita da circa 25 anni ... Quanta commozione ...  testimoni, compagni di camera, famigliari, personale ausiliario, infermieri ... Un silenzio misterioso e commosso ...
Dio è mistero ... Ma soprattutto Dio è dono e profezia!
Quel matrimonio mi ha dilatato nella possibilità di essere grato a Dio per ciò che ho visto realizzato: la condizione "bella" in cui l'amore di un uomo e una donna non sono solo il progetto di Dio su di loro ... Ma il segno efficace della grazia, un amore che dalla vita nel tempo si ritaglia uno sazio di eternità ... Ciò che ho vissuto venerdì, me ne dà piena testimonianza ... e ne sono grato!

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