lunedì 4 giugno 2018

2 Pietro 1,1-7 e Marco 12,1-12
Tanto abbiamo ricevuto ...

Sia la prima lettura come il Vangelo, svelano la nostra vita come lo spazio del dono di Dio. D'altronde non è la vita cristiana un progredire di dono in dono, così come dice Pietro? Dalla fede in Cristo, primo dono, passo dopo passo in un cammino, in una progressione di santità di vita, si raggiunge la meta della carità. È in questo itinerario che anche il discepolo può essere tentato al possesso del dono, o peggio ancora, al rigetto di quel figlio, e di quella vicinanza di Dio che rappresenta il senso di ciò che ti è stato donato.
L'immagine della vigna, di per sé parte da una condizione straordinaria: "ti affido la mia eredità"; "mi fido completamente di te, so che te ne prenderò cura"; i frutti della vigna saranno la nostra gioia comune"; "conoscersi anche mio figlio, lui ti donerò per ultimo" ...
La vita di un discepolo parte dalla fede e dal prendere parte all'agire del maestro, ma necessita di progredire nella consequenzialità del dono; il dono evolve, il dono trasforma e matura la vita stessa del discepolo, fino alla perfetta carità. Quale perfetta carità se non l'incontro col figlio? Ma se non abbiamo cura di questo cammino, diventiamo omicidi, discepoli dello scarto della pietra d'angolo.

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