venerdì 8 giugno 2018

Osea 11,1-9 / Salmo 12 / Efesini 3,8-19 / Giovanni 19,31-37
Solennità del Sacro Cuore di Gesù
... Perché si compisse la scrittura.

Tutto si svolge secondo la ritualità delle esecuzioni capitali, per cui ai condannati alla crocifissione, per causarne la morte immediata, e fare finire ogni agonia, venivano spezzate le gambe, e così a breve sarebbe intervenuta ma morte per collasso respiratorio e arresto cardiaco. Ma Gesù è già morto ... Gesù sfugge alla nostra "modalità rituale" e pone alla nostra attenzione la sua morte. Di questo il Discepolo Amato è testimone! Di Gesù la Scrittura rivela il mistero di morte preservata dalla rottura delle ossa (non gli sarà spezzato alcun osso) e alla apertura del suo costato(ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco). La sua morte da esecuzione capitale passa a mistero di salvezza. Se la morte di un crocifisso è un atto infamante, ora la morte di Gesù, crocifisso, è atto di salvezza. Al di là della mistica del Sacro Cuore, il Discepolo Amato inizia a contemplare Gesù in questa prospettiva di salvezza, per cui la sua morte è realmente preludio a sacrificio che libera dalla morte eterna i figli di Adamo.
Nella lettera agli Efesini, la morte di Gesù, viene riletta da San Paolo, alla luce della risurrezione, per cui la sua stessa morte ci permette di ottenere la libertà di accedere a Dio in piena fiducia mediante la fede in lui. Questo è il mistero cristiano che scaturisce dal cuore trafitto del signore!

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