giovedì 28 giugno 2018

2 Re 24,8-17 e Matteo 7,21-29
Operatori di iniquità e costruttori di case

Papa Francesco, ormai ci ha abituato a stare nella realtà del mondo con uno sguardo attento a cogliere le sfumature e a mettere sotto controllo le convenzioni formali della vita cristiana. Forse raramente pensiamo che la più grave iniquità è il nostro essere cristiani per il "te' del pomeriggio", che disquisiscono di problematiche religiose senza sporcarsi realmente le mani nella realtà; si può essere catechisti, educatori, ministri dell'eucaristia, cantori, lettori, diacono, preti, laici impegnati ... e non sporcarsi le mani! Essere di quei credenti impegnati, per garantire a se stessi un status sociale e una adesione formale, ma che nulla ha a che fare con la scelta per Cristo, conseguenza della propria vocazione. Invece, “la vocazione cristiana sta tutta qui: vivere uniti a Cristo nella santa Chiesa, partecipi  della stessa consacrazione per svolgere la medesima missione, in questo mondo, portando frutti che durano per sempre”. (Papà Francesco 9 maggio 2018). Questa è la casa fondata sulla roccia! Questo è il credente "che fa le parole che ascolta" e gli evita la mediocrità e il crollo di quanto con uguale fatica a costruito.
La gente, in quel tempo, restava meravigliata di quanto diceva Gesù, noi certamente molto meno, ma ciò non toglie l'entità del medesimo invito a seguire il Signore e dello stare uniti a lui attraverso la Santa Chiesa.

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