sabato 5 gennaio 2019

1 Giovanni 3,11-21 e Giovanni 1,43-51
Vieni e vedi!

La risposta di Gesù ai due discepoli di Giovanni è la medesima domanda che Filippo consegna a Natanaele. Non siamo difronte a due attività umane ma a una vera provocazione di Dio. Ad ogni uomo, a partire da Gesù, viene proposto di ripercorre il cammino esistenziale che lo porta a Dio. Il tenore di queste due parole non è un comando o una richiesta, ma una proposta ... e perché no, una supplica! Lasciati condurre fino a me, "vieni a me, per seguire me". Il seguire Gesù presuppone un venire a Lui, per dimorare presso di Lui, e Lui con noi. Il vedere è ben di più di una constatazione visiva, si spinge al riconoscere l'amore che sottende ogni nostro moto interiore. Non seguiamo chi non amiamo, non seguiamo nessuno se almeno non c'è una simpatia o una convenienza. Ecco che l'amore che sostiene l'esistenza diventa visibile e riconoscibile nella persona del figlio di Dio, di quel Gesù figlio di Giuseppe di Nazaret ... Ed ecco che tutto diviene visibile nei tratti della storia della salvezza, nei tratti di un amore divino che non ci lascia perdere, non ci abbandona, ma ci attrae a sé.
È l'amore per Cristo che mi chiede di riconoscerlo e accostarmi a Lui, perché il Signore si rivela nell'amore e nell'amare: "In questo abbiamo conosciuto l’amore, nel fatto che egli ha dato la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli". L'attualità di queste parole la lascio giudicare a voi, per cui "se uno ha ricchezze di questo mondo e, vedendo il suo fratello in necessità, gli chiude il proprio cuore, come rimane in lui l’amore di Dio? Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità". Chi ha occhi per vedere "viene e vede"!

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