martedì 29 gennaio 2019

Ebrei 10,11-18 e Marco 4,1-20
Il sacrificio: perdono unilaterale ...

La misericordia di Dio raggiunge la sua pienezza nel sacrificio di Gesù. La Lettera agli Ebrei arriva al cuore e al perché la comunità cristiana celebra ogni domenica il sacrificio, e noi, potremo aggiungere il perché del celebrare il sacrificio ogni giorno. Se fosse una ripetizione di un rito, saremmo ancora nella medesima condizione dei sacerdoti dell'antica legge: "ogni sacerdote si presenta giorno per giorno a celebrare il culto e a offrire molte volte gli stessi sacrifici, che non possono mai eliminare i peccati". Ma appunto perché non è una ripetizione, e poiché coinvolge tutto il popolo rispetto al sacerdozio battesimale, il nostro celebrare esprime, appartiene e rappresenta nel tempo, l'unico sacrifico, offerto come adesione piena alla volontà del Padre, del Signore Gesù. Non è un misticismo dire che il nostro sacerdozio rappresenta ed esprime costantemente la passione, morte e risurrezione di Cristo che "con un’unica offerta ha reso perfetti per sempre quelli che vengono santificati". La ripetizione rituale, non è duplicare e riprodurre un evento, ma è come estendere l'evento annullando la successione cronologica (ogni giorno) del tempo. È in questa realtà di mistero che si può comprendere quanto dice Ebrei: "e non mi ricorderò più dei loro peccati e delle loro iniquità". Ora, dove c’è il perdono di queste cose, non c’è più offerta per il peccato.
Ecco perché la misericordia di Dio Padre, il perdono del peccato è una volta per tutte, ed esprime la potenza di un amore che in quanto tale è salvezza di tutto e in tutto; è un unico "atto" unilaterale di amore che in Cristo, morto e risorto trova origine, compimento ed estensione universale.
La comprensione del mistero è, secondo le parole di Gesù (vangelo del giorno), conseguenza dell'ascolto della Parola, che trova nella nostra umana condizione di fragilità, anche la possibilità di un terreno buono dove rivelarsi pienamente per portare a comprendere ciò che in realtà riguarda tutti e tutto. Di fronte a questa prospettiva, ogni sforzo del discepolo è di dissodare il terreno per renderlo "buono" è idoneo alla seminagione della Parola.

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