martedì 1 gennaio 2019

Numeri 6,22-27 / Salmo 66 / Galati 4,4-7 / Luca 2,16-21
Maria SS madre di Dio - primo giorno del nuovo anno

In questo primo giorno dell'anno la Liturgia ci offre l'opportunità di cooperare alla benedizione di Dio sul nostro agire, operare e scegliere; sulle realtà del creato e sulla vita di ogni essere; tutto si esprime in tre condizioni che vengono da Dio Padre e creatore:
- ti custodisca (trattenere, curare qualcosa in modo che non subisca danni e conservi la sua integrità), custodiscimi, mia forza sei tu, custodiscimi mia gioia Gesù!
- ti faccia grazia (aspetto esteriore di eleganza, bellezza e semplicità, considerazione favorevole), la bellezza che si riverbera attraverso i tratti della nostra umanità;
- ti doni pace (la pace è un valore e un dovere universale e trova il suo fondamento nell'ordine razionale e morale della società che ha le sue radici in Dio stesso (...) La pace non è semplicemente assenza di guerra e neppure uno stabile equilibrio tra forze avversarie, ma si fonda su una corretta concezione della persona umana e richiede l'edificazione di un ordine secondo giustizia e carità. - n. 494 del compendio della Dottrina Sociale).
La pienezza di questa benedizione, il suo compimento è realizzato nella nascita nella pienezza del tempo di Gesù, figlio di Dio (Galati 4,4). Qual'è infatti la benedizione più bella e importante? Non è forse quella di sentirsi riconosciuti come figli.
Essere figli legittima ogni relazione con il Padre, rende efficace e durevole ogni espressione e di amore. Dice Paolo ai Galati: essere figlio trasforma il tuo essere schiavo. Non sei più schiavo del peccato, né schiavo delle logiche e strutture di peccato. Essere schiavo significa non avere una relazione fondata sulla libertà ma fondata sul possesso utilitaristico. Il figlio esercita la libertà del figlio, e questa libertà è conseguenza dell'amore che genera alla vita di Dio.

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