giovedì 25 luglio 2019

2 Corinzi 4,7-15 e Matteo 29,29-28
Festa di San Giacomo Apostolo
Il nostro tesoro più grande ...

Negli ultimi versetti del Vangelo di oggi, risuona la memoria del discorso di Gesù nell'ultima cena, dopo aver lavato i piedi ai discepoli. Se infatti per un ebreo ciò che rende puri davanti e per Yhwh è il bagno rituale, il mikveh, Gesù porta a compimento l'istituzione rituale conformando e proponendo sè stesso come evento di "purità", ma non rituale e formale, ma attraverso l'immersione nel servire il fratello nell'amore. È in questo modo che i riti antichi tornando alla loro originalità, ripropongono la piena verità ... e quel lavare i piedi ci riporta a chi ci ha lavato i piedi, il Signore, dicendoci di fare la stessa cosa gli uni gli altri. Questo comando supera ogni formalismo legale ed infrange ogni sterile ritualità. Il nostro tesoro, non è una ricchezza come l'oro; non è neppure una particolare sapienza, come non è una qualsiasi cosa preziosa; il nostro tesoro è il Signore a risorto. Chiunque ha fede in lui lo possiede, e Gesù si lascia possedere nell'amore. Chiunque ha fede lo custodisce, per farne dono, in ogni atto di amore e in particolare di amore fraterno: "portiamo sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo."
Il nostro vaso di creta, la nostra umanità, quando è dimora del Signore, rappresenta quella particolare comunione nella quale ci ammaestriamo all'obbedienza e al fare la "volontà del padre"; ha bere, pure noi dello stesso calice di Gesù. Ma è questa comunione che rende autentico ogni gesto di amore, anche quello di servire a ogni fratello, indistintamente.

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