venerdì 26 luglio 2019

Esodo 20,1-17 e Mateo 13,18-23
L'ascolto della parola in noi ...

"Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore". Il maligno è molto più "attento" di noi alla Parola di Gesù di quanto immaginiamo. Lui, ruba l'ascolto del cuore, ruba l'ascolto dalla nostra vita. L'efficacia del maligno è proprio il causare il non ascolto, perché subentra il vuoto, l'inerzia, l'indifferenza. Essere discepolo del Signore significa custodire e coltivare una relazione, un rapporto a partire dall'ascolto della Sua parola; ciò è vero per allora, quando parlava dalla barca, ma è vero anche oggi! Quando il maligno ci sottrae l'ascolto della parola, è come toglierci l'aria per respirare, toglierci l'acqua per soddisfare la sete. Come fa il maligno a rubare l'ascolto della Parola? È molto semplice, è lui che parla e si sostituisce al Signore; lui ci fa ascoltare non ciò che ci fa bene, che serve alla crescita della nostra umanità (il Vangelo), ma ciò che ci piace e che soddisfa il gusto delle nostre fragilità. È un ascolto che alimenta la nostra ipocrisia, il nostro orgoglio; magari un ascolto che ci giustifica nel pregiudizio e nella pigrizia rispetto alla responsabilità che abbiamo come uomini e donne, come figli e figlie di Dio. Quando il maligno ci ruba l'ascolto la conseguenza diviene quella di un ascolto con la facilità di un immediato entusiasmo, a senza quella pazienza dell'ascolto che permette di mettere radici; oppure senza il vero ascolto la Parola viene soffocata dal nostro stesso "io". Il maligno è più furbo di quanto immaginiamo, robandoci l'ascolto, svuota il nostro essere di Gesù.

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