martedì 2 luglio 2019

Genesi 19,15-29 e Matteo 8,23-27
Segni di Dio ... e sua presenza

Il racconto di Genesi circa la distruzione di Sodoma e Gomorra, le due città della valle del Giordano dove trovò ospitalità Lot e che Abramo vede distrutte, lascia sgomenti per la desolazione che suscita: un giudizio di Dio che non conosce appello; una definitività assoluta; un coinvolgimento di Abramo e Lot che segna profondamente la loro vita.
I nostri tentativi di interpretazione sono molteplici, ma ugualmente rischiano di essere delle forzature, come ad esempio una rilettura morale che voglia identificare l'omosessualità come peccato, e la condanna delle città come castigo per la conseguente pratica è violenza verso gli ospiti di Lot. Ciò che viene raccontato in questo capitolo affonda le due radici nella storia antica e nelle vicende, anche geologiche, che hanno caratterizzato la trasformazione della valle del Giordano e la depressione del Mar Morto. È in questo contesto che si inseriscono le esperienze di vita di coloro che abitavano questi luoghi. Tutto questo nel tentativo di fare un discernimento circa il mistero di Dio che si rendeva evidente attraverso la quotidianità degli avvenimenti. Non è forse questo lo stesso atteggiamento che noi stessi poniamo di fronte alle calamità naturali, terremoti, alluvioni, tsunami, che a volte sconvolgono il nostro tempo?
Credo che spesso, per nostra necessità, vogliamo attribuire senso e significato in modo strumentale e giustificativo rispetto ai fatti. Forse occorre accogliere una realtà fragile della creazione; occorre riconoscere una inadeguatezza umana che si mostra come "caduta morale" (non solo omosessuale); occorre perseverare nella fede come Abramo e Lot. Abramo contempla da lontano, io aggiungo con tremore e stupore, stando nel luogo in cui egli era alla presenza di Dio. Non possiamo avere la pretesa di capire e conoscere sempre tutto, occorre l'umiltà di fidarsi e di stare comunque alla presenza del Signore; è quello stare alla presenza che supera e da pienezza oltre la nostra fragilità oltre il nostro limite.
Il Mare di Galilea è in burrasca, la paura dilaga nel cuore di tutti sulla barca ... Ci resta solo in grido "Salvaci, Signore, siamo perduti!" ... Ma è proprio questo grido il nostro stare alla presenza del Signore.

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