domenica 21 luglio 2019

Gen 18,1-10; Sal 14; Col 1,24-28; Lc 10,38-42
Le tracce del visitarci di Dio

Corriamo ogni giorno freneticamente tra un impegno e l'altro tra il lavoro e le mille attività che accompagnano la quotidianità, senza accorgerci della presenza di Dio. Ben lontani dalla mentalità di un migrante come Abramo, forse siamo anche privi di quella attenzione al mistero che permette ad Abramo di correre incontro all'avvicinarsi di Dio alle Querce di Mambre nell'ora più calda del giorno. Ma tutto questo non importa, perché nel mentre non se lo aspettava Dio è accanto a Lui e Abramo non esita ad accogliere il suo Signore.
Accogliere il suo Signore ... Anche Maria, fuori da ogni lettura fuorviata dalla mentalità pratica Cristiana, come anche da una spiritualità miope, altro non fa che accogliere il suo Signore.
Come accogliere Dio nella vita? Abramo non ha dubbi, la sua attenzione alla ferialità alla quotidianità gli permette di intuire immediatamente che quei tre stranieri son Dio stesso che viene a lui. Abramo non esibisce la sua diffidenza a che arriva nel momento meno adatto era l'ora del riposo, l'ora più calda ...
Dio giunge a noi nei momenti meno adatti, nei tempi meno opportuni ... Lo fa per celare senza sottrarre il mistero, per lasciarci nella libertà, per renderci protagonisti della scoperta di Lui. Abramo corre da Sara, va al gregge, ordina e dispone per l'accoglienza e ritorna dall'ospite sconosciuto per stare in sua compagnia.
Stiamo in sua compagnia, nella preghiera, nella parola, nella intimità di noi stessi e scopriremo, affinando i nostri sensi, il suo venire, il suo accostarci quotidiano.
Quando noi credenti, premettiamo il giudizio, la preclusione, l'ostilità significa che siamo troppo presi dalle logiche del mondo attorno a noi, e che stiamo completamente sbagliando la "parte migliore a cui accostarci", significa che non stiamo scegliendo Gesù e la sua vita.      

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