giovedì 11 luglio 2019

Proverbi 2,1-9 e Matteo 19,17-29
San Benedetto, patrono d'Europa
Noi che abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito ...

"Tutto ciò che abbiamo, lo doniamo a te ..." Sono le parole di un canto abbastanza famoso, un modo per esprimere ben di più che il desiderio di povertà, o di sobrietà della vita. Sono parole cariche di fede, di abbandono, ma soprattutto di amicizia.
È difficile anche per chi vive lo stile di una comunità staccarsi da tutto per amore di Cristo, per l'amicizia con lui ... figuriamoci quanto questo può essere complesso per chi non ha il soccorso di una regola di vita e di una comunità che cammina nello stesso desiderio e ideale.
Eppure le parole del Vangelo Gesù non le dice a caso - non sono il coronamento di una regola comunitaria - egli risponde a una domanda di Pietro che è estremamente carica di urgenza: "E noi ... che per questa amicizia ti abbiamo seguito nonostante le resistenze famigliari, e abbiamo messo a rischio il senso della famiglia, del lavoro, della casa ... della vita stessa ...?" Tutto da una parte e l'amicizia con Gesù dall'altra ...
A pensarci un attimo o c'è una amicizia vera, che ti prende, che ti impegna ... oppure quel tutto non esiste proprio, ma non ne esiste neppure una "parte".
Non si dona tutto perché si è preti o religiosi, o neppure per un senso battesimale di appartenenza ... Si può dare "tutto", e realmente tutto con un "giusto senso di rinuncia" solo se si è disposto a vivere l'amicizia con il Signore, un'amicizia che si rivela essere amore. Ecco che il tutto non è, e non può essere un contraccambio, ma è la scoperta più bella che un discepolo può fare: "Per amicizia col Signore ... Tutto!"

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