giovedì 18 luglio 2019

Esodo 3,13-20 e Matteo 1,28-30
Imparate da me ...

Gesù il maestro, ci invita a imparare da Lui! Imparare, perché?
Per avere maggiori conoscenze? Per possedere il mistero di Dio? Per essere veri discepoli?
Credo che l'invito abbia una motivazione ancora più intima, più personale: "Imparare da me per essere voi stessi!"
Che cosa è importante nella nostra vita? Non è forse la coscienza di se stessi, la consapevolezza del proprio senso esistenziale? Ma il senso di se stessi da cosa nasce, da cosa dipende?
Per molti, tutto risiede nella capacita dell'intelletto, nella stima di sé nella maturità umana ed affettiva ... Per Gesù, tutto nasce da Lui. Gesù guardando a ciascuno di noi dice se vuoi essere te stesso, realmente te stesso, guarda a me e impara da me!
Che presunzione! Che vicinanza! È qui che si percepisce come il mistero di Dio è ben più di una sensazione spirituale, ma è una volontà esistenziale che entra in relazione autentica e personale con ciascuno ... e allora ... occorre mettersi in ascolto, in attenzione con il mistero che facendosi carne diviene accessibile.
Pochi versetti prima, l'evangelista Matteo ci riportava le parole del Signore che ci umanizzavano pienamente, ci facevano piccoli, per poter accogliere con fiducia e disponibilità quella pace che è "la conoscenza di Lui". Ora quella condizione si dispiega nel dono della sua presenza che rende chiara la nostra identità: nel nostro affidarci ci riconosciamo figli; ora è questa relazione figliale che impariamo da Gesù; è a partire questa relazione che inauguriamo un modo nuovo di vivere, che ci impratichiamo in un'etica nuova. Se capisci qualcosa che il Signore ti insegna, è quella cosa che ti cambia la vita! La Chiesa e i credenti sono costantemente coinvolti in questa conversione di sé alla luce della Parola, che è il suo insegnamento. Capito tutto questo, fa meno problema il suo "giogo", fa meno problema "l'umiltà e la mitezza"; impariamole ...

Nessun commento:

Posta un commento