sabato 27 luglio 2019

Esodo 24,3-8 e Matteo 13,24-30
Un inaspettato crescendo ...

Siamo sempre sulla stessa barca, a pochi metri dalla riva, sul lago di Galilea, da dove rivolto verso la costa, la Parola si fa ascoltare. La parola viene seminata in una naturale diffusione, tutti, in quella condizione riescono ad udire e intendere. La descrizione serve a motivare anche il crescendo che Gesù impone alle parabole. Dopo aver raccontato il "regno dei cieli" come il seminatore che semina ma parola, ed essere arrivati a comprendere la diversità dei terreni e la straordinari possibilità del terreno buono, ecco che la narrazione viene rilanciata mediante un punto di svolta. Il terreno che produce non è una condizione a "lieto fine", ma è il mondo stesso che accoglie il "regno dei cieli" attraverso la Parola ed è un mondo capace di produrre; ma se prima il maligno rubava l'ascolto della Parola, ora il nemico non è vinto nel suo agire, anzi continua a contrastare il regno.
Ed ecco che Gesù disillude chi pensa di sedersi a contare il 30, il 60 o il 100.
Lo sguardo che Gesù ci mostra una visuale inaspettata, quella della perseveranza e della fiducia nella potenzialità della Sua Parola, che non viene sconfitta mai, neppure dalla "zizzania" che contestualmente è seminata anche nel terreno buono. Per noi umani, vivere il "regno dei cieli" è una lotta, e dobbiamo viverla fino alla mietitura, quando Lui, dirà ai mietitori di raccogliere la "zizzania", in fasci, per bruciarla. Il "regno dei cieli" resta Parola efficace, proprio perché è di Gesù e non si arrende, ma lui, ci invita a lavorare al servizio della Parola stessa per raccogliere al momento opportuno.

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