martedì 7 gennaio 2020

1 Giovanni 3,22-4,6 e Matteo 4,12-17.23-25
Credere e amare ...

E Gesù si mise a insegnare nelle loro sinagoghe, dove si riunivano il Sabato per ascoltare e capire le scritture, annunciando quella parola buona che Lui chiamava "il Regno", inoltre, se accadeva, guariva le loro malattie e infermità. Tutto questo accade, quando Gesù si trasferisce da Nazareth a Cafarnao. Questi sono i luoghi della sua infanzia, della sua giovinezza ed età adulta; sono gli spazi della sua vita, o meglio, dove la sua vita incontra la vita della sua gente. Ma cosa rappresenta tutto ciò? Cosa significa Gesù per quelle persone che lo incontrano?
La prima lettura, ad un secolo di distanza, ridice cosa significa incontrare Gesù: "significa avere lo Spirito di Dio in noi!" È lo spirito di Dio in noi, che quando accolto nella nostra libertà, è origine della possibilità di credere in Gesù figlio di Dio e ci porta ad amarci gli uni gli altri. È lo spirito che ci da' la possibilità (nella libertà) di vivere il comandamento di Dio attraverso l'esperienza della nostra carne. L'esperienza di Gesù figlio di Dio da Betlemme, Nazareth, Cafarnao, Gerusalemme ecc... è sempre mediata attraverso la carne. Il divino non si sostituisce, neppure si sovrappone o si accompagna con la natura umana, ma è nella carne che si rivela. Ecco che il discernimento dello Spirito in noi avviene nella mediazione della carne, altrimenti sarebbe impossibile la condivisione del mistero di Dio.

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