domenica 19 gennaio 2020

Is 49,3.5-6; Sal 39; 1 Cor 1,1-3; Gv 1,29-34
La mia testimonianza del Figlio di Dio.

Al versetto 28, l'evangelista Giovanni, menziona il luogo del battesimo come "Betania, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando". 
Una localizzazione importante per fissare alcuni momenti della storia biblica: sono i luoghi di Elia, del suo passare al cielo, portato da un carro di fuoco; sono i luoghi di Eliseo e del suo passare il Giordano; è il luogo in prossimità del monte Nebo dove Mosé vide la terra della promessa e poi morì; è il luogo del passaggio del Giordano fatto da Giosuè quando entra nella terra promessa, concludendo l'Esodo del popolo di Israele. Certamente la localizzazione fornisce una lettura particolare al battesimo di Giovanni, esso è una immersione di penitenza, di purificazione per chi è ancora oltre il Giordano; per chi ancora non è entrato nella terra di Canaa, nella terra della promessa. Gesù dopo quel gesto entra nella terra di Israele ed inizierà, quello che noi chiamiamo il suo ministero pubblico, l'annuncio della buona notizia: la salvezza di Dio.
Ma ecco che questo luogo ora assume un significato nuovo, non solo è il luogo del battesimo, ma è il luogo del riconoscimento, il luogo delle testimonianze.
Giovanni Battista, nello stesso gesto compiuto, prende coscienza che Gesù è l'agnello di Dio, il vero sacrificio. L'agnello è stato lavato nelle acque del suo battesimo, per essere preparato al sacrificio sull'altare degli olocausti; lui è il vero sacrifico che toglie il peccato del mondo. Il Battista testimonia ed anticipa la vocazione del Figlio di Dio, e in questa presa di coscienza, tutti ci coinvolge. Coinvolge anche noi, anche a noi è chiesto di dare testimonianza di lui. Testimoniare Gesù, oggi, non significa limitarsi a ripete i racconti del passato, ma significa attestare che Gesù è anche oggi il figlio di Dio, venuto nel mondo ... In un mondo fatto come il nostro nel quale la salvezza che Dio porta all'uomo è ancora più urgente proprio di fronte alla dilagante indifferenza e allo smarrimento della fede che da più parti sembra essere l'epilogo della emancipazione e del progresso umano. 

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