mercoledì 1 gennaio 2020

Numeri 6,22-27; Salmo 66; Galati 4,4-7; Luca 2,16-21
Maria Madre di Dio, ... riposa mamma!

È una mamma stanca, e che riposa, quella rappresentata nella immagine di questo primo giorno dell'anno. Una immagine inusuale che anche Papa Francesco ha descritto per la tenerezza concreta che emana.
Un presepe in cui Maria dorme tranquilla, mentre un sorridente Giuseppe culla il Bambino come un padre moderno e affettuoso: a questa immagine nuova e per molti aspetti rivoluzionaria della Natività ... rivoluziona l’iconografia classica della Madonna che veglia su Gesù mentre Giuseppe è solitamente in disparte, intento a reggere una lampada o un bastone, talvolta a ricevere i Magi coi loro doni.
È stato Francesco stesso a spiegare la sua scelta: "Ieri mi hanno regalato un’immaginetta di un presepe speciale, piccolina, che si chiamava: Lasciamo riposare mamma. C’era la Madonna addormentata e Giuseppe con il Bambinello, che lo faceva addormentare. Lasciate riposare mamma è la tenerezza di una famiglia, di un matrimonio"Il presepe è un Vangelo domestico. "Il presepe è più che mai un’immagine artigianale di pace. Per questo è un Vangelo vivo".
Questa immagine ci spinge a desiderare di prenderci cura della sacra famiglia, a prenderci cura di Maria, ci suggerisce di lascarla riposare, per non gravare ulteriormente la sua fatica. Questa immagine ci contagia inevitabilmente di una tenerezza che è tutta Mariana, è una tenerezza che diviene espressione della stesso atteggiamento di Maria narrato nel Vangelo: "Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore".
Maria meditava con serenità e pazienza gli avvenimenti, senza perdere il sonno - il suo è un riposarsi - ma si lasciava partecipare alla realtà e agli avvenimenti che la coinvolgevano prendendosene cura. È questo l'atteggiamento che la Madre di Dio ci condivide: la tenerezza necessaria per prenderci cura della vita che nasce, degli affetti umani e necessari, dei vincoli di amore come il matrimonio generato nell'amare insieme a Giuseppe.
Attraverso questa immagine di tenerezza, di bella paterna responsabilità e di pace ci sentiamo stimolati anche a raccogliere l'invito della 53a giornata mondiale per la pace di questo primo giorno dell'anno 2020: "La pace come cammino di speranza: dialogo, riconciliazione e conversione ecologica". 
Il Papa, ci spinge “a rivolgere, in modo rinnovato, l’appello per una relazione pacifica tra le comunità e la terra (questo tocca anche il nostro spazio, la nostra comunità), tra il presente e la memoria (gli eventi del passato, le guerre, gli orrori, non sono da dimenticare ma devono suscitare desiderio di redenzione), tra le esperienze e le speranze (si spera ciò che si attende, non perché già vissuto)”. Il Papa esorta anche ad essere artigiani di pace: “Il mondo - spiega il Santo Padre - non ha bisogno di parole vuote ma di testimoni convinti, di artigiani di pace aperti al dialogo senza esclusioni né manipolazioni". “Il cammino della riconciliazione - sottolinea infine il Papa - richiede pazienza e fiducia. Non si ottiene la pace se non la si spera". Maria madre di Dio e Regina della pace prega per noi!

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