mercoledì 22 gennaio 2020

1 Samuele 17,32-51 e Marco 3,1-6
Essi tacevano

Ed essi tacevano. Il silenzio di chi non controbatte alle argomentazioni di Gesù, un silenzio sordo di fronte a un gesto di amore del Signore, un silenzio che vuole presagire una efficace vendetta da consumarsi al momento opportuno.
Sono i silenzi colpevoli di chi non accoglie la misericordia come criterio del cuore ...
Il cuore sclerotizzato è incapace di agire per amore, è incapace di aprirsi in un dialogo senza pretese e si dimostra inadatto alla vita dell'uomo amato da Dio. Il cuore indurito acceca lo sguardo lasciando l'uomo in una conduzione di distacco e senza sentimenti per il proprio fratello. Di fronte al grido di chi soffre, di chi è fragile, il nostro silenzio risulta imbarazzato e imbarazzante è semplicemente la conferma di un futuro complotto per nascondere la nostra vergogna. Ma che cosa ha fatto Gesù? Non ha fatto nulla se non compiere nel giorno di sabato ciò che è segno dell'amore di Dio: liberare dalla paralisi della morte. Il gesto che Gesù compie dice come l'amore di Dio Padre vuole sciogliere la paralisi che ci sottrarsi alla grande giorno della festa, il Shabbat.
Di fronte al loro tacere, Gesù pone la sua indignazione, la sua umana irritazione, e lo sconcerto per la loro durezza. Il loro cuore indurito, non è capace di altro, se non di progettare morte e vendetta. Il nostro cuore non è immune dal male del silenzio, capace di giustificare anche la paralisi della morte; Gesù si pone proprio di fronte a tutto questo e sempre apre la mano inaridita. 

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