sabato 25 aprile 2020

1 Pietro 5,5-14 e Marco 16,15-20
San Marco Evangelista
Mandati per annunciare.

Le parole conclusive del Vangelo di Marco sono: "Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano". Quali sono i segni che accompagnano la parola annunciata? 
Marco ne elenca alcuni: "... nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno!"
In questo nostro tempo, quale sono i segni che accompagnano la nostra predicazione?
Proprio ieri, come esternazione di chi certamente non crede o non ha in simpatia i cristiani, un tale diceva: "... ah proprio proprio ..., si vede quanto conta il vostro dire delle messe e pregare ..." Dentro una realtà così complessa - ma forse nemmeno quella dell'inizio della predicazione lo era -, di fronte alla realtà quale segno accompagna il mio vivere il Vangelo? Il mio annunciare il Signore Risorto?
In cosa consiste quel germe di bene che guarisce e conforta; dove è la forza per scacciare il demonio e Sconfiggere il peccato? Quale parola posso pronunciare perché si apra la durezza del cuore, e Cristo possa prendere dimora nella vita dei fratelli?
Pietro nella prima lettura diceva: "(...) rivestitevi tutti di umiltà gli uni verso gli altri, perché Dio resiste ai superbi, ma dà grazia agli umili. (...) riversando su di lui ogni vostra preoccupazione, perché egli ha cura di voi. (...) Resistetegli (al diavolo) saldi nella fede (...)."
È ancora una volta l'imitazione di Gesù umile e discreto, che rende efficaci i segni di Dio e la sua Parola. Non occorre angustiarsi, occorre solo imitare Gesù. La fede in lui non è "convinzione, certezza, assenza di dubbio", ma è imitazione anche della sua umiltà e discrezione: Quanta umiltà e discrezione, Gesù mostra nell'accostare il cuore delle persone!

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