giovedì 16 aprile 2020

Atti 3,11-26 e Luca 24,35-48
Perché siete turbati?

Il nostro turbamento o la nostra abitudine al risorto, ci rendono refrattari alle conseguenze della Risurrezione. Le conseguenze della Risurrezione, dell'incontro con Gesù vivo, prendono forma nelle parole di Pietro, nella prima lettura di oggi:"Convertitevi dunque e cambiate vita, perché siano cancellati i vostri peccati e così possano giungere i tempi della consolazione da parte del Signore ed egli mandi colui che vi aveva destinato come Cristo, cioè Gesù".
Convertitevi? Ancora ..., credevo di essere già in uno stile di vita convertita!
Siamo troppo abituati a pensare la conversione come un atto straordinario e formale. Come uno spartiacque tra un prima e un dopo. Forse lo è anche, ma ciò che la vita da discepolo suggerisce è la conversione permanente; cioè il conformarsi a Gesù, e a Gesù risorto. Non solo giorno per giorno, ma vivere con normalità la nostra giornata con l'attenzione a vincere la propria autoreferenzialità,  la quale ignora l'accostarsi di Gesù.
Vivere con Gesù accanto non è vivere come dei sorvegliati speciali, ma è vivere una scoperta: "il suo essermi accanto" è una presenza buona, che valorizza la parte migliore di me stesso, e il mio desiderio di verità e di amore. Gesù Risorto non è un controllore eterno, ma è colui che riscalda il mio cuore, è colui che nello spezzare il pane mi mostra come la risurrezione è l'esperienza di una vita piena di dono, di gratuità e che genera amorevolezza e condivisione. La testimonianza dei due discepoli di Èmmaus, non parte dalla "convalidante dottrina", ma dall'esperienza di dialogo amicale, dalla presenza vicina, e dal dono del pane spezzato che alimenta la vita ... che è lui. In quel segno, non hanno più dubbi: "l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane".

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