mercoledì 15 aprile 2020

Atti 3,1-10 e Luca 24,13-35
Impediti a riconoscerlo ...

In tutte le apparizioni del risorto una costante è la incapacità o difficoltà nel riconoscerlo. Sembrerebbe quasi che Gesù si traveste, si camuffa si nascente per sottrarsi all'immediato riconoscimento. Perché? Non lo so! Certamente in chi lo incontra dalle donne ai discepoli, il riconoscimento non è una evidenza, ma una conseguenza.
Generalmente lo si riconosce nel farne esperienza, cioè nel dialogo, nello scambio di parole, nell'intreccio degli sguardi ecc...
L'esperienza dei due discepoli che stanno tornando a Èmmaus si erge a modello di cosa significa farne esperienza: si parte dalla vicinanza; Gesù si accosta e cammina con loro. La risurrezione non è un evento e tantomeno un avvenimento per le cronache del tempo. Essa si innesta e si lega alla quotidianità, si accompagna con la normalità della vita. Risurrezione è l'esserci, con noi, del risorto, con la sua presenza umile e discreta; Dio non fa rumore, non lo ha mai fatto. La seconda esperienza è la Parola. Il risorto ripropone ai due discepoli la sua Parola, la stessa parola già udita in precedenza, ora quella parola si propone al loro ascolto. Quale differenza? Credo che quando Gesù parlava con loro, prima della passione e morte, essi erano meravigliati e affascinati, e pieni di stupore erano invaghiti dalle parole ma non le facevano proprie, non entravano, non convertivano. Ora, dopo la passione e morte, quelle parole hanno la forza del tuono e l'incisività del grido di Gesù sulla croce ... Ora udire le parole scuote e apre all'ascolto; ciò non è innamoramento, ma è fare spazio alla Parola dell'altro, nel caso specifico a Gesù. Per questo i discepoli commentano: "Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?"
La terza esperienza si focalizza sulla tangibilità:  il toccare il suo corpo, o la concretezza dei segni, come quello del pane o dei pesci; il mangiare con lui. Lui ora è realmente la luce della vita, l'acqua viva e il pane di vita: chi mangia di lui vivrà per mezzo di Lui; Lui è la vita stessa!

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