sabato 11 aprile 2020

Sabato Santo

"Comprendere il linguaggio di Dio negli eventi del nostro mondo richiede l’arte del discernimento spirituale, che a sua volta esige un distacco contemplativo dalle nostre emozioni e dai nostri pregiudizi sempre più forti, oltre che dalle proiezioni delle nostre paure e dei nostri desideri. 
Nei momenti di calamità gli ‘agenti dormienti’ di un Dio malvagio e vendicativo diffondono la paura e ne fanno un capitale religioso per i propri fini. La loro visione di Dio è acqua per il mulino dell’ateismo da secoli. Ma io non vedo Dio, in un momento di calamità, come un regista irascibile, comodamente seduto dietro le quinte mentre gli eventi del nostro mondo precipitano, bensì come una fonte di forza operante in coloro che in tali situazioni danno prova di solidarietà e di un amore capace di sacrificio, compresi coloro, ebbene sì, le cui azioni non hanno una ‘motivazione religiosa’. Dio è amore umile e discreto. (...) Forse questo tempo di edifici ecclesiali vuoti mette simbolicamente in luce il vuoto nascosto delle Chiese, e il loro possibile futuro se non si compie un serio tentativo per mostrare al mondo un volto del cristianesimo completamente diverso. Abbiamo pensato troppo a convertire il ‘mondo’ (il ‘resto’) e meno a convertire noi stessi, che non significa un mero ‘migliorarci’, ma un radicale passaggio da uno statico ‘essere cristiani’ a un dinamico ‘divenire cristiani’."
(Tomas Alik)

Nessun commento:

Posta un commento