mercoledì 8 aprile 2020

Isaia 50,4-9 e Matteo 26,14-25
Dove vuoi fare la Pasqua?

“Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli. I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua."
Domani sarà il giovedì Santo, il Signore cenerà con me prima della sua passione, non resta molto tempo, oggi occorre che tutto sia orientato, tutto preparato per la Pasqua.
Il Vangelo di Matteo non lascia spazio a tentennamenti e a ripensamenti: il Maestro viene a fare la Pasqua da me!
Al di là della suggestione immaginaria, che le parole del Vangelo suggeriscono, in realtà sono chiamato a misurarmi con la loro attualità. Oggi, in questa mercoledì Santo, dove in tutto risuona la parola pandemia, e dove la paura del contagio suscita terrore per il morire; dove anche i gesti della religiosità e della tradizione cristiana sono limitati se non addirittura inibiti, Gesù dice: "vengo a fare la Pasqua da te!" Non sarà la Pasqua del triduo solenne, del coinvolgimento dei sentimenti, della confessione preparata in comunità, della lavanda dei piedi, della comunione solenne, della preghiera davanti al Santissimo, del bacio della Croce, delle campane sciolte nella notte che suonano a distesa, dell'alleluia che annuncia nel canto la risurrezione ... tutto questo non ci sarà, ma oggi Gesù dice a ciascun discepolo: "vengo a fare la Pasqua da te!"
Troverò un vero spazio esistenziale per dare ospitalità in me, al mio Signore?
È questa la scommessa di questa Pasqua, vivere in noi, a partire da noi stessi e dagli spazi della nostra esistenza la sua cena di Pasqua, la sua passione e la sua risurrezione.
Cena: ricercare la comunione con Lui.
Passione: dilatare il cuore alla sofferenza del mondo.
Risurrezione: essere artefice e testimone della novità; la Chiesa di Gesù sta con amore accanto all'uomo di oggi.

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