martedì 7 aprile 2020

Isaia 49,1-6 e Giovani 13,21-33.36-38
Darò la mia vita per te!

È coinvolgente l'entusiasmo è il coraggio di Pietro, espressione di autentica amicizia e sincerità di cuore; uno slancio che però subito Gesù riconduce a più cautela ... "Darai la tua vita per me? In verità, in verità io ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m’abbia rinnegato tre volte".
Perché questa cautela da parte di Gesù? Credo per insegnarci ben più che la prudenza, ma, che il nostro desiderio di seguirlo, fin quando non è purificato dalla prova, dalla testimonianza della vita, è spesso frutto dello slancio dei sentimenti e della volubilità delle emozioni. Gesù non disprezza l'entusiasmo di Pietro, ma mette Pietro nella condizione di fare esperienza e di comprendere come per paura e per vigliaccheria, lui stesso avrebbe tradito la loro amicizia.
La nostra vocazione, il nostro seguire il maestro, non trova forse, ogni giorno il triste compromesso con le nostre pigrizie, con le nostre inadeguatezze, che spesso usiamo per giustificare i nostri piccoli e grandi tradimenti? Ma in realtà, anche questo serve, per provare la vita; ciò infatti permette di maturare la testimonianza: rendere concreta e non sentimentalismo la nostra amicizia con il Signore.
I giorni che precedono la passione, furono per gli apostoli i giorni in cui Gesù si rese a loro totalmente amico - non servi ma amici -; sono per noi oggi i giorni in cui Gesù ci chiede di essergli amici, nello slancio dell'entusiasmo, ma anche con i piedi nella realtà.
Oggi in tutta la "fatica" della realtà, sentiamo come la sua amicizia, la sua proposta non viene meno? Amicizia significa credere che dentro a questa storia ci sono io, ma c'è anche Lui, che a Lui posso affidarmi e sono certo che in Lui tutto questo dramma umano trova già la soluzione, non solo sanitaria, ma come vittoria sul male e sulla morte e come redenzione della nostra umanità spesso inadeguata. Un amico come Gesù è come quello che mi  abbraccia, anche se lo rinnego!

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