domenica 12 aprile 2020


SANTO GIORNO DI PASQUA - Giovanni 20,1-9
La Rivoluzione del Risorto

Racconta il Vangelo di Giovanni, che il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». 
Questa è la realtà concreta della risurrezione, una tomba vuota, bende per terra e il sudario a parte. Non è troppo diversa dalla situazione attuale: Chiese vuote; quanto è necessario alla celebrazione  è riposto a parte ... e a terra rischiamo di rimanere noi ... i discepoli del 21* secolo, in una prostrante crisi di identità: discepoli di un Dio che non riusciamo a comunicare ovvero, come dice Tomas Halik: "abbiamo pensato troppo a convertire il “mondo” e meno a convertire noi stessi, che non significa un mero migliorarci, ma un radicale passaggio da uno statico essere cristiani a un dinamico divenire cristiani." (...) "Questo nostro tempo di cambiamento a livello di civiltà non chiede forse una nuova teologia della storia contemporanea e una nuova visione della Chiesa?"
Cosa ci dice il sepolcro vuoto? Non è forse come il segno del risorto dentro una crisi, che obbligherà i suoi discepoli a reinventarsi la loro appartenenza al Regno dei cieli e il loro essere figli di Dio?
Quel sepolcro vuoto è un fulcro di attrazione: tutti corrono a vedere e a sincerarsi di quello che dicono Maria di Magdala e le altre donne; ma è anche fulcro di irraggiamento, si parte dal sepolcro per aprirsi al mondo. È da quel sepolcro vuoto, infatti, che esce l'invito ad andare in Galilea per vederlo ... La "Galilea" del nostro tempo e della nostra crisi epocale: Pandemia virale e problematiche planetarie di natura sociale e politica.
Possiamo anche fare finta che questa Quaresima di limitazioni, passerà presto e sarà dimenticata. Oppure possiamo pensarla come Kairós: un momento opportuno a partire dal quale prendere il largo e cercare nuova identità per il cristianesimo in un mondo che cambia radicalmente, sotto i nostri occhi.
In questo giorno di Pasqua, ciò che è importante è il “vuoto” del sepolcro, Gesù è fuori; da quella tomba ha iniziato a incontrare persone, amici, e a rassicurare che sta bene, che tutto il male che hanno visto e vissuto in lui, e anche in loro, è vinto.
È la prima volta, non è mai successo, che il giorno di Pasqua la Chiesa sia vuota ...  La nostra Chiesa e la quasi totalità delle Chiese del mondo Cristiano. Ed ecco che questa Chiesa vuota sembra realmente quel sepolcro vuoto; Gesù Risorto non si nasconde dentro, non sta più nella solennità delle nostre celebrazioni. La risurrezione è nella profondità dei sentimenti, nella accoglienza reciproca, nella vita di famiglia, nella generosità gratuita e nella fraternità senza discriminazioni di razza, religione o identità. Forse per molto tempo, anche noi, ci siamo illusi che il Signore Risorto potesse stare dentro un tempio. Ora invece, questa situazione ci sta obbligando a ripensare tante nostre certezza e immagini di Dio, di Gesù e dello Spirito, e anche di come le cose vadano in questo mondo.
Credo che oggi, la Pasqua sia vera Profezia, ed ecco che occorre prima di tutto cercare di capire come Dio parla "negli eventi del nostro mondo", occorre che la realtà non condizioni la nostra emotività provocando pregiudizi sempre più forti a discapito della contemplazione delle cose: (...) perchè "Dio è amore umile e discreto."
Ecco perché, "non possiamo però fare a meno di chiederci se questo tempo di chiese vuote e chiuse non rappresenti una sorta di monito per ciò che potrebbe accadere in un futuro non molto lontano: fra pochi anni esse potrebbero apparire così in gran parte del nostro mondo."
Forse, in questa Pasqua anche noi non abbiamo ancora compreso le Scritture, che egli doveva risorgere dai morti; a noi discepoli di oggi spetta trasformare quel fatto in realtà per in nostri tempi, con la certezza che Lui, anche in questo nostro tempo non ci abbandonerà mai, ma ci accompagna con umiltà e discrezione. 

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