domenica 5 aprile 2020

PASSIONE DI NOSTRO SIGNORE SECONDO MATTEO
Mt 26,14-27,66
La morte nella crocifissione

In questa "particolare domenica delle Palme", mi soffermo su un aspetto che sempre lascia sconcertati: il Silenzio di Dio Padre, o come meglio io interpreto, il Dio silenzioso. Intendo quindi soffermarmi a contemplare il momento della morte di Gesù sulla croce. La derisione, lo sbeffeggio ... sono solo alcuni risvolti del clima che infierisce attorno all'uomo Crocifisso. Si accaniscono contro di lui. Quanto odio, quanto livore è generato di fronte all'uomo che proclamava il Regno di Dio. Ma non era un uomo, come dirà il centurione, era Dio. Abbiamo trattato Dio, come solo l'uomo è capace di fare: con disumanità; annullando, cancellando, negando la nostra natura, lasciando che la ferita del male abbia la meglio su di noi. Non gli abbiamo concesso una morte onorevole, ma solo il disonore e il nostro essergli aguzzini. Se nel Getzemani Gesù ha provato tristezza e angoscia mortali, ora sulla croce la solitudine fa eco a sè stessa e Gesù invoca, prega il Padre di riempire quella solitudine. Ma è proprio il silenzio di un Dio muto a raccogliere il grido del figlio: "Elì, Elì, lemà sabactàni?, che significa: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? (...) Ma Gesù di nuovo gridò a gran voce ed emise lo spirito". Quel Silenzio di Dio è tale in tutto l'universo, è l'unica realtà possibile di fronte al grido di amore di Gesù ... E dall'alto della croce effuse (emise) lo Spirito. Quel grido è lo Spirito che riempie l'universo, lo Spirito voce del Padre che ha dato la vita del Figlio per salvare gli uomini ... Quel grido non è disperazione o solitudine, e nemmeno una domanda ... Ma è l'atto di inizio di chi fa nuove tutte le cose: “... quelle vecchie sono passate, non ve ne accorgete?” ... "Ed ecco, il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo, la terra tremò, le rocce si spezzarono, i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi, che erano morti, risuscitarono"Dopo tutto ..., di nuovo il silenzio avvolge ancora ogni cosa e nel silenzio di quella sera un solo gesto di umana compassione sembra chiudere quell'esperienza di dolore e di morte: un gesto di pietà di un amico: "Giuseppe prese il corpo, lo avvolse in un lenzuolo pulito e lo depose nel suo sepolcro nuovo, che si era fatto scavare nella roccia".

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