giovedì 30 aprile 2020

Atti 8,26-40 e Giovanni 6,44-51
Mangiare e masticare ... Il Pane del cielo

Il nostro accostarci all'eucaristia è spesso (per molti), come un mangiare e masticare la manna, per cui, bene dice Giovanni: "I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; ..." È un assimilare un cibo ritualizzato, ma non andiamo oltre; non entriamo con fede nel Pane e nelle conseguenze del mangiarlo: " ... questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia".
Assimilare il Pane non equivale al masticarlo, al mangiarlo e basta; assimilarlo significa fare nostra e aderire alla vita di Cristo. Ciò che anche Gesù percepisce dopo la moltiplicazione del Pane è che la gente lo segue non perché ha compreso le sue Parole e si sente parte di quel Segno (lo ha visto), che rivela la vicinanza del Padre, ma solamente perché ha mangiato e masticato il Pane moltiplicato e si è saziata.
Il passaggio dal pane, al pane della vita, non è immediato, meccanici o automatico.
Gesù chiede di prendere coscienza della nostra carne, della nostra fragilità umana, per realizzare la nostra insufficienza e inadeguatezza rispetto alla vita eterna. Per l'uomo la vita eterna resta un desiderio esistenziale di cui non ha la soluzione a disposizione.
Gesù rivendica per la sua vita una dimensione di assoluta diversità. La sua è la vita del figlio di Dio. Non è la vita del figlio di Giuseppe - come pochi versetti prima gli viene rinfacciata - ma è quella del figlio di Dio: "... solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna".
Mangiare masticare con fede, significa proprio questo: desiderare di assimilare la vita del figlio di Dio, così cime umanamente si è manifestata. Questa assimilazione è una esperienza di prossimità e famigliarità con il pane; come anche di continuità (santificazione del quotidiano), non di occasionalità (partecipazione a qualche esperienza rituale). "In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna"; il credere non è generico, ma è il credere in Lui e a Lui. Nelle parole del Signore dobbiamo accogliere il segno di cui lui stesso è sacramento e visibilità: la sua carne, la sua vita sono il segno concreto della carne e della vita del figlio di Dio, che rivela il Padre. Ecco perché quel pane che viene spezzato dalle Sue mani è la sua vita eterna condivisa e donata.

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