venerdì 10 aprile 2020

Venerdì Santo
Passione di Nostro Signore
Il Golgota (Gv 19,16-30)

La liturgia della Chiesa, ci offre nel venerdì Santo la meditazione della passione secondo Giovanni. È alla testimonianza del discepolo amato che oggi salì con Gesù il Golgota, per essere con lui nelle ore della spogliazione, della crocifissione, dell'innalzamento e della morte. Il Golgota, questo luogo rialzato di forma tondeggiante, alto forse poco meno delle mura di Gerusalemme, proprio fuori dalla città verso nord rispetto al palazzo di Erodere, l'attuale Torre di Davide. L'evangelista Giovanni dopo averci raccontato, nel dettaglio, il processo davanti al governatore Pilato, con un semplice versetto ci porta immediatamente al Golgota: "Allora dunque consegnò lui a loro affinché fosse crocifisso. Presero allora Gesù e portando da se stesso la croce uscì verso il (luogo) chiamato il : del Teschio luogo; che è detto in ebraico Golgota, dove lui crocifissero e con lui altri due di qua e di là, in mezzo poi Gesù."
Alcuni punti per la meditazione della pagina del Vangelo:
"Pilato consegnò ... E loro Presero Gesù ...": Dio ha tanto amato il mondo da consegnare alle nostre mani il suo unigenito figlio. Chi ci è stato donato per essere accolto, in verità lo abbiamo rifiutato per l'amore  che rappresenta, e lo abbiamo accolto per odiarlo e metterlo in croce. L'evangelista Giovanni mette frontalmente il consegnare di Dio al prendere degli uomini.
Anche a me Dio Padre affida Gesù, lo affida alla mia fragilità, al mio essere uomo incostante, al mio tradimento quotidiano al mio bisogno di salvezza ... 
Il Golgota: Giovanni prima di indicarlo con il nome, lo presenta come il "luogo". Per gli ebrei il "luogo" per eccellenza è il Tempio, dove Dio dimora; dove, nel Santo dei Santi abita la Gloria di Yhwh. Giovanni ci dice che ormai, Dio Padre non abita più nel Tempio di Gerusalemme, ma in quel "luogo" chiamato del Teschio, dove è il figlio crocifisso: quello è il nuovo Santuario; il vero Santo dei Santi è il corpo trafitto del Figlio, è lì che è totalmente presente Dio e si dona all'uomo. Questo cocuzzolo, è il luogo delle esecuzioni capitali, qualcosa da mostrare a tutti ... perché imparino ... perché tutti vedano. La morte di Gesù non riguarda solo Lui, non è in atto di giustizia che si chiude in sé stesso; riguarda tutto l'uomo, da sempre e per sempre.
Idealmente insieme a Giovanni, pure io mi avvicino al Golgota, pure io sono curioso di vedere Dio ... Come dal roveto ardente Mosé ascolto la voce di Yhwh; oggi dal figlio di Dio appeso alla croce, ascolto la voce di Gesù che mi chiede di essergli vicino, di non dimenticare la sua amicizia che è segno dell'amore fino alla fine.
Ma perché la crocifissione perché quella macabra sentenza di morte?
L'evangelista dice che pilato scrisse il motivo della condanna. "Pilato scrive ..." 
Ciò che le Sacre Scritture hanno per secoli custodito come rivelazione dell'amore di Yhwh per il suo popolo, come rivelazione del compimento della storia della salvezza nel messia liberatore, tutta la scrittura trova nelle mani di un pagano, la sintesi di tutta la forza profetica: "Scrisse poi anche una iscrizione Pilato e la pose su la croce. Era scritto: Gesù il Nazoreo il re dei Giudei. Questa dunque iscrizione moli lessero dei giudei, perché vicino era il luogo alla città dove fu crocifisso Gesù; ed era scritto in ebraico, in latino, in greco".
Colui che è crocifisso è il figlio dell'uomo innalzato (il Re); è il re della Gloria, il verbo diventato carne e salvezza di ogni carne. Ciò che scrive Pilato è la scrittura definitiva, solennemente sancita in quella sentenza di condanna. Sul Golgota lo crocifissero!

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