mercoledì 16 settembre 2020

1 Corinzi 12,31-13,13 e Luca 7,31-35
Nostalgie generazionali?

L'amarezza di Gesù, riguardo alla sua generazione che a fatica si converte e che con ancora maggior fatica è disposta a mettersi nella sequela del maestro, risuona anche nella realtà di oggi, in questo nostro mondo, in cui sta tramontando una certa idea di Cristianesimo. Di fronte alla nostalgia dei tempi passati, in cui l'appartenenza di massa sembrava la conferma della forza e della verità della fede; alla dilagante indifferenza rispetto al senso religioso, come anche al crescente ateismo, conseguenza di una fiducia cieca nella scienza; le parole di Gesù ci svelano l'originaria condizione della manifestazione del Figlio dell'uomo. Il messia non si pone mai come conquistatore dei cuori e delle coscienze, ma come domanda aperta nella nostra vita; la stessa domanda che Giovanni affida a due suoi discepoli inviati a Gesù: "Sei tu quello che deve venire, o dobbiamo attendere un altro?" La risposta di Gesù è quella del Messia atteso, è arrivato, di colui che non stravolge ma coinvolge; di chi non impone ma suscita; di chi non obbliga nessuno ma chiede di affidarci a Lui. Come a quel tempo anche noi rischiamo di essere come bambini immaturi che nel capriccio delle loro reazioni, non si accorgono di ciò che accade, dei segni di Dio, del cammino della storia e di come Dio Padre, continua ad agire quotidianamente dentro queste nostre complicate dinamiche esistenziali: "La Sapienza è riconosciuta giusta da tutti i suoi figli!"

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